venerdì 17 maggio 2024

16/12/2009 11:10:28 - Manduria - Politica

«Il rischio di inquinamento è troppo alto: meglio il riuso in agricoltura»

 
Anche il direttivo dei Verdi di Manduria esprime la netta contrarietà al progetto del depuratore consortile firmato dal presidente della Regione Puglia, Nichi Vendola.
«La delusione è ancora più cocente in quanto, per gran parte del suo intervento, il presidente Vendola ha manifestato, in materia di regolamentazione delle acque, di rifiuti, di energie alternative, delle posizioni per noi del tutto condivisibili» si legge in una nota dei Verdi di Manduria. «In merito al suddetto depuratore, invece, pur con rammarico, soprattutto in considerazione delle drammatiche condizioni in cui versa la città di Sava, dobbiamo esprimere la nostra netta contrarietà, in particolar modo in ordine alla collocazione dello stesso, a ridosso di un’area naturalisticamente e paesaggisticamente rilevante, e alla scelta del recapito finale dei fluidi in mare».
I Verdi entrano più dettagliatamente nel merito delle ragioni del loro dissenso.
«Stando ai dati in nostro possesso e alle parole dell’assessore regionale ai Lavori Pubblici, il ciclo di
depurazione dei liquami prevede che l’effluente scaricato in mare rispetti i minimi tabellari o poco più, previsti dal D. Lgs. 152/2006 (Tabella 1 o, secondo le promesse, Tabella 2). Soluzione che noi consideriamo obsoleta, in quanto i moderni depuratori rispettano standard molto più elevati (Tabella 4). La lunghezza di un chilometro della condotta sottomarina, è un rischio per la salute dei bagnanti che ci pare inaccettabile, in quanto, a tale distanza dalla costa, il fondale è ancora troppo basso e
basterebbe il malfunzionamento temporaneo dell’impianto, ancor peggio se in presenza di correnti marine a sfavore, per riversare sulla costa e nelle zone di balneazione sostanze inquinanti pericolose. Purtroppo, un rischio del genere non è poi tanto remoto e le cronache registrano di frequente il sequestro di impianti simili a quello di cui parliamo, divenuti fonte di grave inquinamento ambientale.
Si capisce bene come la semplice eventualità di un simile accadimento basti a mettere in fuga eventuali bagnanti e a porre la pietra tombale su ogni speranza di sviluppo turistico sulle nostre coste. Molti altri sono i motivi di contrarietà e le perplessità da noi nutriti nei confronti di questo progetto, di cui non si capisce perché deve essere così impattante e mastodontico, così come concrete sono le soluzioni alternative che abbiamo da proporre: creazione di trincee drenanti, fitodepurazione,
canalizzazione dei reflui per uso irriguo, o depuratori più piccoli che permettono una gestione più snella. Ci limitiamo in questa sede a ribadire il nostro impegno a riportare gli uni e le altre in tutte le sedi istituzionali che ci sarà possibile raggiungere, ribadendo che la cittadinanza, tramite il suo organo rappresentativo più elevato, il Consiglio Comunale, si è già unanimemente espressa contro questo progetto».








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