venerdì 29 marzo 2024

19/09/2011 19:42:09 - Manduria - Politica

Sarà solo «una colata di asfalto e cemento che violenterà la natura»

 
«Una colata di asfalto e cemento sta per abbattersi su una parte del nostro territorio ancora scarsamente contaminata dalla presenza invasiva dell’uomo: ci riferiamo alla Strada provinciale Talsano-Avetrana, meglio nota col nome di “Regionale 8”, che dovrebbe, negli intendimenti dei nostri amministratori, sovrapporsi all’attuale “Tarantina”con tutto un corredo di complanari e rotatorie sopraelevate e “bretelle” di raccordo, degne di una metropoli americana.
In questa sede, tralasciando l’inutilità dell’opera, il suo fallimentare rapporto costi-benefici, il mancato coinvolgimento delle popolazioni in scelte di così grande impatto sul territorio, il danno economico e ambientale che ne deriverebbe ( per agricoltura, flora e fauna), tutti argomenti su cui noi Verdi avremo modo di tornare per motivare il nostro fermo dissenso, vogliamo attirare l’attenzione di chi legge sulle finalità presunte che vengono attribuite, secondo noi in modo pretestuoso e falso, alla realizzazione di questa strada.
Si parla infatti di “valorizzazione del territorio “ al fine di incrementare le attività turistiche. Ora, per valorizzazione di un territorio noi intendiamo il ripristino della sua naturalità originaria, eliminando quanto l’uomo vi ha inserito di brutto e degradante, come tralicci, pali, cavi, costruzioni abusive, strade inutili, piante e colture “aliene”, recinzioni fantasmagoriche e via elencando; intendiamo la salvaguardia e il restauro delle tracce del passato, di un passato in cui il rapporto dell’uomo con la natura era ancora improntato al rispetto delle sue leggi e dei suoi ritmi: muri a secco, edifici rurali, tratturi, abbeveratoi ecc.; intendiamo il rispetto per le Bocche del fiume Borraco, per il bosco e la Masseria della Marina; intendiamo la creazione di percorsi naturalistici da fare a piedi, di piste ciclabili, di terrazze panoramiche….
Questo tipo di valorizzazione, come noi la intendiamo, non è ispirato, come sicuramente ci verrà prima o poi obiettato, da amore del passato fine a sé stesso o da immobilismo ad oltranza, ma dalla considerazione che il turista si muove alla ricerca di una particolare destinazione solo se attratto dalle specificità di un territorio, dalle sue caratteristiche, naturali e antropiche, che lo rendono unico al mondo, e di queste vuole godere, cominciando dal paesaggio per finire all’enogastronomia, non dell’ennesima superstrada uguale a miliardi di altre.
Il miglioramento della viabilità dovrebbe servire ad incentivare il turista, non a farlo fuggire inorridito. Una domanda dovremmo porci tutti quanti: di quale turismo stiamo parlando, quando lo evochiamo a sostegno delle nostre previsioni?
Di un turismo di massa, pendolare, che morde, fugge e lascia dietro di sé cumoli di spazzatura, senza arrecare un euro all’economia locale, o un turismo di qualità, possibilmente destagionalizzato, in grado di apprezzare la bellezza delle nostre contrade tanto da tornarvi a soggiornare, senza volerle devastare con comportamenti incivili?
La risposta non può a nostro avviso essere appannaggio di pochi amministratori afflitti dalla “Sindrome da Cemento e Asfalto”, ai quali, tra l’altro, sommessamente chiediamo se la presenza di un grande depuratore lungo la strada di cui parliamo serva anch’essa ad incrementare il turismo che hanno in mente. L’esito del referendum di giugno e l’attuale mobilitazione sul depuratore consortile hanno dimostrato inequivocabilmente che le popolazioni vogliono prendere parte ai processi decisionali che le riguardano: tocca agli amministratori prenderne atto».
 
Esecutivo cittadino del
Partito dei Verdi - Manduria








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