venerdì 26 aprile 2024

07/10/2011 14:54:13 - Manduria - Politica

Le soluzioni alternative allo scarico a mare dei reflui

 
«La proposta dell’assessore regionale Amati è stata accolta da molti partiti con grande sollievo, perché sembrava offrire una via d’uscita all’”impasse” in cui da tempo si erano arenate le posizioni di Comuni e Regione: i primi fermamente contrari alla realizzazione di un depuratore con scarico in mare, la seconda fermamente decisa a scaricare i reflui, “depurati” in Tabella 1-2, ad un Km. circa dalla costa, tramite una condotta sottomarina. In realtà si tratta di un piccolo passo avanti della Regione, indotto da sei anni di delibere consiliari, da numerose conferenze di servizi, da due ricorsi al T.A.R., dalla mobilitazione popolare suscitata dal Comitato “No Scarico a Mare”, che ha portato alla raccolta di quasi 5.000 firme certificate nel giro di pochi giorni».
Anche i Verdi di Manduria commentano, a freddo, gli esiti del recente Consiglio intercomunale sul depuratore. Dopo aver ricordato che già nel 2006 Legambiente e gli stessi Verdi avevano eccepito sullo scarico dei reflui a mare (che avrebbe avuto un impatto devastante sull’ecosistema marino, sia per le sostanze inquinanti immessevi che per l’innalzamento della temperatura dell’acqua, e che avrebbe compromesso la balneazione, con grave danno per il turismo), proponendo per la prima volta la fitodepurazione e le trincee drenanti, entrano nel merito della posizione di Amati.
«L’uso a fini irrigui dei reflui provenienti dal depuratore di Manduria era già previsto, per il 2011, dal Piano di Tutela delle Acque della Regione (e quindi la Regione non ci sta regalando niente)» fanno notare i Verdi. «la scelta delle trincee drenanti, una volta accettata la Tabella 4, esclude quella della condotta sottomarina, in quanto, per quel che ne sappiamo, la legge non consente di scaricare in mare acque così depurate. D’altronde, lo scarico in mare non sarà mai accettato dalla popolazione e dagli ambientalisti. Anche noi Verdi continuiamo a considerarlo inaccettabile, perché sono comunque troppo alti i rischi che la sua presenza comporta e troppo basso il livello di controllo che si potrà esercitare sul gestore.
Che fare? Fermo restando che è estremamente difficile porre rimedio ad un progetto, a nostro avviso, partito male, la soluzione potrebbe risiedere nel ridimensionamento dell’impianto, che è stato previsto per accogliere, oltre a quelli di Sava e Manduria, i reflui della zona costiera a pieno regime, quando noi sappiamo che, per la grande maggioranza degli utenti, sarà impossibile, per chissà quanto tempo, fruire di una rete fognante. Se, come è stato proposto ufficialmente in sedi istituzionali, i comuni di Avetrana e di Maruggio sono disponibili ad accogliere presso i propri depuratori i reflui provenienti dalle marine, si può pensare ad un ridimensionamento del costruendo depuratore di Manduria, tale da scongiurare la necessità della condotta sottomarina e dello scarico in mare. A questo punto sarebbe auspicabile che anche la localizzazione dell’impianto potesse essere rivista .
A margine di queste note, ci chiediamo se l’assessore Amati abbia in qualche modo formalizzato la sua proposta, ad esempio fornendo almeno una sintesi tecnica dell’impianto, integrante le modifiche da lui delineate, al fine di valutarne la congruità con cognizione di causa».








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