martedì 16 aprile 2024

19/07/2014 09:52:47 - Manduria - Attualità

Mariggiò: «Vogliamo capire se c’è un nesso con la radioattività dei rifiuti sotterrati»

«Abbiamo ricevuto alcune anticipazioni sui risultati relativi allo studio delle incidenze di talune malattie nei centri del distretto sanitario di Manduria negli anni 2009 e 2010. Da queste notizie in nostro possesso, sono sostanzialmente confermati i dati allarmanti riferiti al triennio 2006-2008 sui casi di tumori alla tiroide: il 18% in più rispetto alla media regionale fra gli uomini e addirittura il 34% in più fra le donne».
I Verdi di Manduria ritornano a soffermarsi sulle conseguenze dell’inquinamento.
«Diversi esperti collegano questa patologia che interessa la tiroide alla radioattività prodotta da alcune tipologie di rifiuti tombati, nonché all’uso, sino ad alcuni anni fa consentito a determinate condizioni, delle ceneri di Cerano nella lavorazione del calcestruzzo» afferma Gregorio Mariggiò, segretario provinciale dei Verdi. «Negli ultimi mesi quasi giornalmente vengono trovati, in Puglia, rifiuti, anche speciali, sotterrati dalla criminalità organizzata. Fenomeno che, da quel che si è letto nelle relazioni delle autorità competenti, ha riguardato anche la nostra zona. Manduria, che, peraltro, ha nel proprio territorio anche una discarica di rifiuti “tal quali” da tempo esaurita, mai bonificata e lasciata per anni in stato di abbandono. Essa rappresenta una fonte accertata di inquinamento delle matrici ambientali a causa delle diffuse perdite di percolato, tanto da essere inserita tra i siti inquinati della Regione Puglia, destinataria di un cospicuo finanziamento finalizzato alla sua bonifica (solo negli ultimi mesi è stato avviato l’iter). Alcuni anni fa nelle adiacenze del sito di cui trattasi furono rinvenuti fusti contenenti prodotti radioattivi.
Siamo dunque particolarmente preoccupati. Vorremmo cercare di capire se esista un nesso scientificamente provato fra le disfunzioni tiroidee e la radioattività di alcune tipologie di rifiuti, al fine di cercare di studiare delle contromosse incisive».
I Verdi annunciando una iniziativa.
«Tempo fa inviammo all’Ispra una richiesta di effettuare un’analisi di rischio sanitario-ambientale (caratterizzazione attraverso sondaggi e analisi chimiche del suolo, nell’aria e nelle falde acquifere), con l’applicazione al sito dei criteri metodologici previsti per le discariche. La risposta è stata per noi insufficiente: in sostanza, fanno riferimento ai dati Arpa. Ora intendiamo allora chiedere all’Istituto Superiore della Sanità di effettuare uno studio epidemiologico (come quello per Taranto), per analizzare questi preoccupanti dati e per risalire alle cause».








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