venerdì 29 marzo 2024

30/08/2014 08:17:41 - Manduria - Attualità

 «Ribadiamo, ritenendo di interpretare la volontà della maggioranza dei cittadini manduriani, che la presenza della condotta sottomarina non va accettata a nessuna condizione, anche a costo di rivedere l’intero progetto, localizzazione compresa»

 

«Stando al documento del 4 agosto, la battaglia contro lo scarico in mare deve considerarsi persa e questa valutazione viene avvalorata dalla recente comunicazione dal tono perentorio con cui AQP sollecita la rimozione di ogni ostacolo alla realizzazione del depuratore».

In un documento che reca 11 firme di altrettanti rappresentanti di comitati e gruppi spontanei contro il depuratore (Cecilia De Bartholomaeis, Francesco Di Lauro, Maria Pasanisi, Antonio Mazza, Tullio Mancino, Leonardo Stranieri, Rino Giangrande, Salvatore Baldari, Antonia Sanasi, Giovanni Micelli e Andrea Andrisano), si analizza e si valuta negativamente il verbale di quella riunione, anche alla luce del Consiglio Comunale monotematico in programma il 5 settembre a Manduria.

«L’obiettivo che il documento individua è quello della “massima riduzione possibile della portata degli scarichi nella condotta sottomarina”» si ricorda nella nota. «Massima riduzione possibile, in italiano, vuol dire che gli scarichi nella condotta comunque ci saranno, che si farà in modo di ridurne la portata, non certo di eliminarli. Sottoscrivendo questo accordo, i sindaci dei tre Comuni interessati hanno di fatto alzato bandiera bianca e accettato in maniera inequivocabile che il depuratore consortile si farà: si farà a Specchiarica e avrà lo scarico in mare. Quali sono le presunte conquiste che si sarebbero spuntate? Che si procederà, chissà quando, al riuso (del tutto ipotetico) dei reflui depurati? Ebbene, esso era già previsto, per il futuro depuratore di Manduria, nel Piano di Tutela delle Acque ed avrebbe dovuto essere realizzato per il 2011!».

La battaglia, però, continua.

«Coloro che non intendono arrendersi sono, da questo momento, soli, potendo contare esclusivamente su se stessi e su quelle forze associative e politiche (poche sinora in verità) che non hanno mai considerato i vertici regionali come un interlocutore con cui trattare, ma come una controparte presso cui far valere, nelle forme dovute, ma con forza, le proprie ragioni.

Noi non sappiamo se i sindaci intendano o meno onorare la propria firma, se le iniziative discordanti delle Amministrazioni Comunali interessate possano portare ad un qualche risultato, se amministratori convertiti sulla via di Damasco dal proliferare di manifestazioni popolari usciranno finalmente dalla loro letargica rassegnazione» sono i dubbi degli ambientalisti. «Noi ribadiamo, ritenendo di interpretare la volontà della maggioranza dei cittadini manduriani, che la presenza della condotta sottomarina non va accettata a nessuna condizione, anche a costo di rivedere l’intero progetto, localizzazione compresa».










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