venerdì 26 aprile 2024

24/11/2014 19:08:24 - Manduria - Attualità

Quattro consiglieri di maggioranza (Leo Girardi, Maria Giuliano e Sandra Di Cursi, appartenenti alla Lista Girardi, e Federico Bentivoglio, che è indipendente) hanno ritirato la firma

Nicola Dimonopoli resta saldamente sulla sua poltrona.
Con un coup de theatre, la mozione di sfiducia, che era stata sottoscritta da un gruppo trasversale di ben undici consiglieri, si è “dissolta”. Quattro di questi consiglieri, tutti di maggioranza (Leo Girardi, Maria Giuliano e Sandra Di Cursi, appartenenti alla Lista Girardi, e Federico Bentivoglio, che è indipendente), hanno inviato, nelle ultimissime ore prima della seduta del Consiglio dell’altro ieri pomeriggio, una missiva riservata indirizzata al sindaco Roberto Massafra e allo stesso presidente dell’assise Dimonopoli, con la quale annunciavano la volontà di ritirare le loro firme dalla mozione di sfiducia.
Senza queste firme, la mozione di sfiducia diventava irricevibile e quindi indiscutibile: il regolamento prevede che debba essere condivisa da almeno due quinti dei consiglieri comunali, mentre le firme “superstiti” erano sette e quindi insufficienti.
La lettera di ritiro della sfiducia è stata letta, in aula, dalla vice presidente del Consiglio Comunale, Marita Minonne, poiché Dimonopoli, essendo direttamente interessato dalla discussione dell’argomento, ha preferito abbandonare l’aula.
«Abbiamo firmato la mozione di sfiducia al termine di un’accesa seduta di un recente Consiglio Comunale» hanno spiegato i quattro consiglieri. «A mente fredda, abbiamo compreso, però, che le responsabilità andavano addebitate anche ai consiglieri, che hanno reso difficile la gestione della seduta: tali consiglieri hanno anche aizzato il pubblico presente in aula».
Una versione che non ha convinto la minoranza, la quale, peraltro, ha contestato l’assenza di questa lettera dalla documentazione dei lavori del Consiglio Comunale.
Quasi tutti gli altri sette firmatari della mozione di sfiducia hanno ipotizzato, neppure tanto velatamente, che alla base del passo indietro di Girardi, M. Giuliano, Di Cursi e Bentivoglio vi fosse un accordo che sarebbe stato raggiunto fra la maggioranza e Dimonopoli. L’intesa avrebbe previsto che, in cambio del ritiro delle firme (e quindi del suo salvataggio), vi sarebbe stato l’impegno del presidente del Consiglio Comunale a votare contro la richiesta di revoca del project financing.
«Non è vero» è stata la replica di Dimonopoli. «Sono venuto a conoscenza della lettera solo mezz’ora fa. Ma adesso che mi accusate di questo, vi annuncio che, invece di astenermi, voterò contro la richiesta di revoca del project financing».
Come se l’opinione su un progetto che avrebbe impegnato il Comune per trent’anni potesse modificarsi in base ad una critica ricevuta…








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