venerdì 19 aprile 2024

29/01/2015 20:58:59 - Manduria - Cultura

«Attraverso la fondazione, continuiamo nell’impegno che aveva iniziato Elisa»

Francesca Lopane, presidente della fondazione “Elisa Springer”, ha sottolineato la lungimiranza della cittadina manduriana di origini viennesi.
«Aveva compreso l’importanza di uno strumento istituzionale come la fondazione, affinchè, grazie al suo nome e alla sua testimonianza contenuta nei due libri e nelle tante interviste, si potesse dar vita, anche dopo la sua scomparsa, ad una nuova era della memoria» ha affermato l'altro ieri Francesca Lopane (nella foto in basso). «Lei è stata la testimone, ma noi, che siamo stati a lungo accanto a lei, siamo dei testimoni indiretti».
Francesca Lopane si è soffermata sul rapporto fra storia e memoria e sulla necessità di scrivere un nuovo “patto della memoria”, che rifugga dai tentativi in atto di operare una revisione sul valore della resistenza e dell’antifascismo. Ha infine puntato l’indice sui rigurgiti di antisemitismo degli ultimi tempi (“Da questa storia non siamo fuori”) e sul razzismo che presenta tinte sempre più fosche.
Molto interessante anche l’intervento della sociologa Antonella Pagano.
«Sull’avambraccio, con “A 24020”, nel lager, Elisa, ustionata, fu ribattezzata. Blasfemo battesimo, rito maledetto, mai acqua di Sacro Fonte. Un numero che non s’è mai potuto cancellare, quello che Elisa ci ha voluto mostrare. Numeri, molti, che con tante braccia arsero nei forni dell’umana follia!
Un altro numero, stavolta è bello: 27 gennaio 2015. Di questo la giornata odierna è contrassegnata e più numeri belli sapremo mettere insieme, più renderemo il premio perenne, nel cuore e nelle opere sempre ricordato, rinsaldato, riscaldato e comunicato.
Questa giornata, che la casa di tutta la comunità dedica a Elisa Springer, compie il bel miracolo umano, il fare bene, il fare bello, il fare dinamico, attivo, presente, vivificante» ha affermato Antonella Pagano nel suo intervento. «Sono testimone di una testimone: questo ci tocca e con fierezza occorre portare lo stendardo.
Da donna, plaudo all’etica dell’impegno, che sostanziò la vita di Elisa dopo che seppe mostrare il “numero”. La sua pedagogia è fertile tutt’oggi!
Da amica di Elisa Springer, voglio chiudere il pensiero non con le mie, bensì con le sue parole: “Il mio passato è quello che dagli albori ci accomuna tutti e che, tramandoci tragedie e splendori, lascia dietro di sé una testimonianza aperta a chiunque voglia protendere le braccia in direzione della giustizia. Ed è così che la mia vita è diventata una testimonianza autentica di pace e libertà”».
Nel corso della mattinata, i vari relatori (don Luigi Ciotti compreso), hanno voluto rendere omaggio alla tomba della signora Springer, che riposa nel cimitero di Manduria.

 

 

 

 

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E’ in rete la seconda puntata del “Prudenzano News”
“Non un rito ma il culto della memoria
Tributo a Elisa Springer”








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