giovedì 25 aprile 2024

01/07/2015 17:19:08 - Provincia di Taranto - Attualità

La Procura dice «no»

 
L'Ilva in amministrazione straordinaria ha presentato, tramite l’avvocato Angelo Loreto, istanza di patteggiamento, nell’ambito dell’udienza preliminare per disastro ambientale, ai sensi della legge 231 che disciplina la responsabilità giuridica delle imprese. La difesa ha ottenuto il via libera dal Comitato di Sorveglianza e dal ministero dello Sviluppo economico.
Nell’ambito dell’udienza preliminare per disastro ambientale, l’Ilva ha proposto una sanzione pecuniaria di oltre 3 milioni di euro, la non applicazione del'interdizione dell’attività e la confisca della somma di circa 10 milioni di euro.
È intervenuto a sorpresa anche il legale dell’Avvocatura dello Stato, che ha chiesto alla procura di valutare la richiesta di patteggiamento verificando se i lavori dell’Aia stanno effettivamente procedendo secondo il cronoprogramma.
Ma la procura di Taranto non ha prestato il consenso alla istanza di patteggiamento presentata dall’Ilva non ritenendola congrua. Il gup Vilma Gilli non ha potuto esprimersi essendo vincolata al parere della procura. Salta, dunque, almeno in questa fase, la possibilità per l’azienda di uscire dal processo.
"Non è indicato il profitto del reato dell’associazione a delinquere" ha sottolineato il sostituto procuratore Raffaele Graziano, motivando il parere della procura. "L'Ilva – ha aggiunto – propone peraltro la confisca di nove milioni di euro a fronte di un piano ambientale che prevede la somma di un miliardo e 800 milioni per i lavori di risanamento. E non è possibile procedere a una parcellizzazione dei costi". L’Ilva aveva proposto una multa di 3.098.000 euro, la non applicazione del'interdizione dell’attività e la confisca della somma di 9.760.000 euro.
Oggi sono previste anche le arringhe dei legali di Francesco Manna, già capo di gabinetto del presidente Nichi Vendola (accusato di favoreggiamento), e di Riva Fire.
Ora sono in corso le repliche dei pubblici ministeri. Il procuratore Franco Sebastio si è soffermato sulle pressioni esercitate nei confronti del direttore regionale di Arpa Puglia Giorgio Assennato in relazione al monitoraggio ambientale e ha definito "ineluttabile" il rinvio a giudizio dell’ex presidente della Regione Puglia Nichi Vendola (accusato di concussione) e del sindaco di Taranto Ippazio Stefano (che risponde di abuso d’ufficio) proprio per consentire loro di chiarire i fatti.
Lo stesso primo cittadino, in un esposto presentato in procura, definiva i fatti legati all’inquinamento "di eccezionale gravità" e per questo, ha osservato Sebastio, avrebbe dovuto intervenire con tempestività. Il procuratore ha parlato di "conclamata e consapevole situazione di emergenza".

 

 

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