venerdì 19 aprile 2024

04/08/2015 13:03:53 - Provincia di Taranto - Attualità

Era di San Giorgio. Indaga la Procura

 
Morire a lavoro in un campo di uva e diventare subito un fantasma, senza che trapeli la notizia per settimane. Il cuore di Paola 49 anni, bracciante di San Giorgio Jonico si è fermato la mattina del 13 luglio, sotto un tendone per l’acinellatura dell’uva, nelle campagne di Andria, in contrada Zagaria.
La denuncia è della Flai Cgil Puglia. Secondo una nota firmata dal segretario generale Peppino Deleonardis, lunedì 13 luglio «Paola, che lavorava per l’azienda Ortofrutta Meridionale della famiglia Terrone, che ha 250 dipendenti e un fatturato che tocca i 12 milioni di euro, è uscita da casa sulle sue gambe, come tutte le notti, per andare a lavoro ed è tornata in una cassa da morto. È stata sepolta il giorno dopo,sembra senza autopsia e con il nullaosta “telefonico” dato dal magistrato di turno. Il pm non si è recato sul posto perché, riferisce la polizia di Andria, il parere del medico legale è che si sia trattato di una morte naturale, forse un malore per il caldo eccessivo. Ancora un’altra morte nei campi, che precede quella di Mohammed, il bracciante sudanese vittima della fatica e dei caporali a Nardò. Ma intorno a questa storia non ci sono fiaccolate, proteste, cortei. C’è solo il silenzio pesante delle campagne pugliesi».
La donna - sempre secondo Deleonardis - lavorava come bracciante da quindici anni. Sotto un tendone nelle giornate di caldo a più di 40 gradi, era addetta a diradare gli acini per fare più belli i grappoli di uva da tavola, scartando i chicchi piccoli che impediscono agli altri di crescere. Le braccianti come lei stanno in equilibrio su cassette di legno per raggiungere gli alti filari di uva. Forse Paola, accusando un malore, è caduta da una di quelle cassette. Oppure forse, come hanno raccontato alcune compagne di lavoro, Paola era uscita fuori dal tendone poco prima di accasciarsi al suolo. Solitamente, l’acinellatura è tra i lavori pagati meno in agricoltura: 27-30 euro a giornata, nonostante i contratti provinciali stabiliscano un salario di 52. Paola non si sarebbe aspettata di morire così, dopo 15 anni di lavoro nei campi, dall’alba fino a quando fa buio. Sembra che Paola non avesse diritto ad una pensione, perché non ne aveva maturato i diritti e senza la disoccupazione, perché le aziende per cui aveva lavorato in precedenza non le avevano versato tutte le giornate di lavoro all’Inps. Lei aveva rinunciato a chiedere il rispetto dei suoi diritti. Temeva di non riuscire più a trovare lavoro se avesse minacciato un’azione legale contro i padroni delle aziende».








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