sabato 20 aprile 2024

02/09/2015 17:33:58 - Manduria - Attualità

Oggi è in programma la solenne concelebrazione eucaristica invece sarà presieduta da vescovo di Oria, mons. Vincenzo Pisanello

 
Entrano nel clou i festeggiamenti in onore del santo patrono, San Gregorio Magno. Due giorni di festeggiamenti (oggi e domani), che, di fatto, sanciscono la fine virtuale della stagione estiva: richiamano al rientro in città le migliaia di manduriani che hanno trascorso i mesi più caldi dell’anno nelle abitazioni disseminate lungo la litoranea.
La festa, naturalmente, è importante per la sua valenza religiosa. Oggi è in programma la solenne concelebrazione eucaristica invece sarà presieduta da vescovo di Oria, mons. Vincenzo Pisanello.
Domani la funzione religiosa inizierà alle 18,30. Al termine, partirà la processione che attraverserà le seguenti vie della città: chiesa Madre, via Marco Gatti, via G. L. Marugj, piazza Plinio, via XX Settembre, piazza Vittorio Emanuele, via per Maruggio, via Nicotera, via Lamarmora, via Bell’Acqua, piazza Sant’Angelo, via Roma, corso XX Settembre, piazza Garibaldi, via dei Mercanti, via Marco Gatti, chiesa Madre.
Venerdì, infine, alle 19, è in programma la santa Messa di ringraziamento, al termine della quale avverrà la traslazione della statua del santo nell’omonima cappella.
Per quanto riguarda il programma dei festeggiamenti civili, questa sera, in piazza Garibaldi, alle 21, si esibirà il concerto bandistico “Franco Erario” di Manduria. Domani sarà invece la volta, sempre in piazza Garibaldi, del concerto bandistico “Città di Squinzano”, diretto dal maestro Giovanni Guerrieri.
Festa che, negli anni, è andata evolvendosi nelle tradizioni e nelle usanze. Fra le particolarità della festa di una volta, si ricorda l’usanza di trasportare la statua in processione per le vie del paese su un apposito carro trainato da buoi. Le prime notizie della presenza di questo carro risalgono al 1790. Oltre alla statua, sul carro trovavano posto una piccola banda, detta flottula, composta da due tenori, due soprani e un inserviente.
Il carro, altissimo, era trainato da una coppia di buoi bardati a festa. Questi avevano corna grandi e lunghe e nella loro punta erano stati praticati dei fori, dai quali pendevano due nappe, cioè mazzetti di fili di lana o cotone rosso, riuniti all’estremità. Sulla fronte dei due animali si sistemava un panno rosso, sul quale era posto un piccolo specchio.
Il carro aveva quattro ruote, foderate e rivestite affinchè non si vedessero dalla gente. Sul pianale era costruito una sorta di edificio, simile ad una chiesa, largo alla base e poi via via sempre più stretto, che terminava con una cupola, all’interno della quale era posto San Gregorio. L’intera struttura era illuminata da tantissimi lumini, sorvegliati da un inserviente che aveva il compito di riaccenderli.
L’arrivo dell’energia elettrica, nei primissimi anni del 1900, fece morire questa tradizione. I fili della corrente elettrica furono sospesi da un lato all’altro delle vie principali della città e dal 1905 non si potè o non si volle costruire un carro più basso.
Un’altra tradizione che è scomparsa è quella della cavalcata. Nei giorni che precedevano la festa, un banditore, accompagnato da un tamburino, svegliava i cittadini invitandoli a preparare i festeggiamenti, pulendo le strade, illuminando le vie e tenendole in ordine per la cavalcata: era una vera e propria parata di animali da tiro (muli, asini e cavalli), bardati a festa.








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