venerdì 29 marzo 2024

08/02/2016 17:53:52 - Sava - Politica

La notizia degli arresti dei due amministratori della società barese ha rinfocolato le polemiche fra minoranza e sindaco Iaia sulla gestione del servizio dei tributi

«Il contratto con la Cerin andava rescisso già nel 2013».
La notizia degli arresti dei due amministratori della società barese ha rinfocolato le polemiche fra minoranza e sindaco Iaia sulla gestione del servizio dei tributi.
«Il sindaco deve spiegare come mai non ha avviato le procedure per la rescissione contrattuale già due anni fa» sostiene il consigliere di “Sava in Movimento”, Ivano Decataldo. «Perchè Iaia è intervenuto solo a 20 giorni dalla scadenza naturale del contratto, quando, ovvero, .. i buoi erano ormai scappati? E, ancora, perché ha esposto a tali rischi il Comune di Sava per altri due anni, nonostante la condotta della Cerin. Questo, per me, è un atteggiamento superficiale e irresponsabile.
Dovrebbe solo ammettere che è stato comodo mettere in bilancio un milione di euro all’anno derivanti dalla lotta all’elusione e all’evasione fiscale, quando invece era evidente la gestione grossolana e approssimativa del rapporto con la Cerin».
Ivano Decataldo fa riferimento a documentazione riferita proprio al 2013.
«Noi siamo ancora convinti che la commissione di indagine proposta in Consiglio sia assolutamente indispensabile per fare chiarezza. Stiamo infatti scoprendo documenti indirizzati a noi consiglieri e mai consegnatici. Il sindaco scarica la colpa alla segreteria e all’Ufficio Protocollo, ma un’indagine interna da noi richiesta ha dato esiti differenti: pare siano stati ricevuti via Pec dal responsabile dei Tributi e che siano stati protocollati dallo stesso e probabilmente consegnati solo al segretario comunale e al sindaco.
Dagli atti e dalle carte sinora ricevuti, si è evinto che l’allora responsabile dei Tributi, Aldo Marino, aveva indirizzato alla Cerin, già nei primi mesi del 2013, note in cui si faceva riferimento alle mancate rendicontazioni o a riversamenti parziali ed errati. Diffide e ammonimenti che cessano quando Marino ha lasciato quel ruolo.
E mentre noi chiedevamo un intervento per le innumerevoli anomalie riscontrate nelle migliaia di avvisi di accertamento inviati nel 2012 e 2013, fummo tacciati dal sindaco come coloro che volevano difendere gli evasori fiscali!
Ora Iaia si assume addirittura anche i meriti dell’evoluzione dell’inchiesta della Guardia di Finanza, che invece riguarda atti che risalgono al periodo 2010-12, fingendo di ignorare cosa ha affermato il procuratore di Bari, Giuseppe Volpe: “Compito dei comuni dovrebbe essere una maggiore vigilanza piuttosto che l’aumento delle aliquote”».








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