giovedì 25 aprile 2024

12/02/2016 17:59:44 - Manduria - Attualità

Di Lauro: «Le richieste sono legittime, ma se attende il completamento dell’iter di un progetto già superato come quello di Manduria, allora aspetterà vent’anni»

 
«Le richieste dei cittadini savesi di ottenere al più presto il depuratore? Sono legittime. Vanno sostenute e, per questo, assumo l’impegno di costituire, a Sava, un comitato per garantire una soluzione immediata alle loro istanze. Come? La via più breve è sicuramente quella di sganciarsi dal progetto consortile. Meglio iniziare a pensare ad una soluzione alternativa di depurazione nel proprio territorio».
Francesco Di Lauro, uno degli ambientalisti storici di Manduria (era in prima fila già nel fronte contro il nucleare degli anni ’80), esprime la propria opinione dopo aver assistito al convegno di sabato sera sul depuratore che si è svolto a Sava.
«Delle premesse sono necessarie. Lo scarico in mare in località Specchiarica è un’ipotesi insostenibile» è la tesi di Di Lauro, presidente dell’associazione “Azzurro Ionio”, avvocato. «Al momento il progetto prevede lo scarico in mare, ogni giorno, di ben 10.000 metri cubi di reflui fognari appena frullati dal depuratore con tecnologia antiquata. In altri termini, per rendere l’idea, in mare finirebbe, ogni giorno, una quantità di cacca che ricoprirebbe il rettangolo della superficie di gioco di uno stadio di calcio, con un volume alto un metro. Altro che scarico del troppo pieno..».
Nonostante le ripetute promesse, che si susseguono da diversi anni, il progetto non è mai stato adeguato alle nuove tecnologie (4S). La ragione è semplice: per legge, l’acqua affinata e sanificata non può essere scaricata in mare. Se il progetto fosse adeguato, quindi, sarebbe automatico il taglio della condotta sottomarina.
«E’ troppo facile essere civili con il mare degli altri..» prosegue Di Lauro. «Né, tanto meno, sono credibili i tanti illuminati dell’ultima ora sulla via di Damasco, che tentano di imporre appalti e progetti che possono solo affossare questo territorio. Io credo che vadano isolati i demagoghi della politica, che hanno ripreso a parlare addirittura anche di Regionale 8. Sono convintissimo che la gente comune, di fronte alla chiarezza e quando non è manipolata, saprà valutare cosa sia meglio e cosa invece potrà solo penalizzare il territorio. Anche lor signori, quelli che parlano senza neppure conoscere il progetto, comprenderanno e condivideranno..».
Già, cosa è meglio per Sava e i savesi?
«Io sono dell’avviso che Sava, a questo punto, ha una sola strada da seguire: staccarsi dal progetto del depuratore consortile. Struttura la cui realizzazione, a mio modo di vedere, richiederà tempi lunghissimi, con o senza condotta sottomarina: per me entrerà in funzione non prima di 20 anni, come ogni grande opera pubblica. Ecco perché Sava dovrebbe iniziare a pensare per sé, proponendo un’alternativa. Cosa? La soluzione migliore, a mio modo di vedere, sarebbe la fitodepurazione. L’impianto di Melendugno è stato un fiore all’occhiello di Vendola. Perché non riproporlo a Sava? Serve la condotta sottomarina? Sulla carta si, ma in realtà no. L’impianto di Melendugno, nato per 5.000 utenze, è stato accertato che potrebbe far fronte sino a 12.000 utenze. Molte di più di quelle di Sava. Allora i savesi non perdano altro tempo. Per il collettore (per me è tale, non un depuratore) di Manduria dovrebbero aspettare altri 3-4 lustri: mettiamo in conto problemi di varia natura durante l’esecuzione dei lavori, introduzioni di varianti in corso d’opera, ricorsi legali e via di seguito. Io (e spero anche gli altri ambientalisti di Manduria e Avetrana) sarò accanto ai savesi, attraverso il comitato, per aiutarli ad ottenere l’allaccio della loro rete fognaria ad un depuratore nel più breve tempo possibile».








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