venerdì 19 aprile 2024

26/10/2016 14:47:29 - Sava - Attualità

Dopo il crollo del solaio della fossa biologica, i consiglieri regionali Franzoso e Perrini chiedono a gran voce l’appalto dei lavori del depuratore

 
«Bisogna dare immediatamente avvio ai lavori di costruzione del depuratore consortile e dotare il paese di una adeguato sistema fognante. Per questo ho già attivato l’assessore ai Lavori Pubblici Giovanni Giannini».
Dopo il crollo del solaio di una fossa biologica, i consigliere regionali Francesca Franzoso (Forza Italia) e Renato Perrini (Co.R.) chiedono alla Regione di superare ogni indugio, avviando i lavori per la realizzazione del depuratore consortile di Manduria e Sava.
«La tragedia sfiorata delle scorse ore a Sava è un fatto gravissimo che richiede una risposta immediata» afferma Francesca Franzoso. «L’episodio di sabato, il cedimento dell’asfalto nelle palazzine ex Iacp, certifica oramai una situazione strutturale di pericolo costante per la popolazione: in quel cortile giocano abitualmente bambini e stazionano i residenti. Ma anche uno stato del sottosuolo gravemente danneggiato dal sistema primitivo e insalubre del reticolo di fosse biologiche. Il rischio sanitario per la popolazione non è più accettabile. Sava ha diritto di dotarsi di un depuratore: un’opera pubblica, appaltata da anni e bloccata da assurdi veti incrociati. Stavolta nessun’altra rivendicazione, che non sia quella della salubrità pubblica,   dovrà mettersi di traverso all’avvio del cantiere. La salute dei cittadini e la loro sicurezza vengono prima di tutto».
Sull’argomento interviene anche il consigliere regionale Renato Perrini.
«Quanto accaduto a Sava è inaccettabile. E solo per miracolo non ci sono stati morti o feriti. Il solo pensiero dovrebbe far riflettere tutti quanti noi e soprattutto quella politica che può e deve intervenire con urgenza. Il problema è ben noto, ma la Regione Puglia, nonostante gli impegni presi, continua a ritardare gli interventi. Il crollo del solaio di una fossa biologica a causa del cedimento di due travi nel cortile delle palazzine ex IACP, dove vivono 40 famiglie con bambini, è da ricondursi alla mancanza di un sistema fognante. La voragine che si è aperta nell’asfalto ha mostrato con chiarezza il galleggiamento dei liquami, liquami ovviamente mal odoranti.
Mi domando per quanto tempo ancora i cittadini di Sava devono vivere in queste condizioni di pericolo?» prosegue Perrini. «E’ un loro sacrosanto diritto avere un sistema fognante che funzioni e un depuratore. Altrimenti non faremo altro che continuare a parlare di “emergenza sanitaria”, senza risolvere nulla. La Regione deve intervenire al più presto e a questo punto non ha più importanza che il depuratore venga realizzato senza scarico, con i pozzi, con la fitodepurazione, l’importante è che si faccia, perché la situazione è allarmante».









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