giovedì 18 aprile 2024

06/12/2016 15:58:52 - Manduria - Attualità

E’ stato realizzato da Domenico Nardone (autore dei testi), e da tre operatori che hanno girato per un intero anno solare: Luigi De Vivo (esperto di fauna), Giuseppe Fanuli e Giuseppe Mariggiò

 
Un’oasi floro-faunistica, che è diventata, negli ultimi anni, una delle attrazioni più visitate dai turisti che trascorrono le vacanze nell’area del nord Salento. Un vero e proprio giardino naturale, che si è rivalorizzato quando fu eliminato un brutto esempio di effetti dell’impatto antropico: la lingua d’asfalto che congiungeva Torre Colimena alla litoranea.
A questo “giardino naturale” è stato dedicato uno splendido documentario, realizzato da Domenico Nardone (autore dei testi), e da tre operatori che hanno girato per un intero anno solare: Luigi De Vivo (esperto di fauna), Giuseppe Fanuli e Giuseppe Mariggiò. Alla realizzazione del documentario, presentato presso il Consorzio Produttori Vini, hanno collaborato anche Paolo Fanuli (che ha scritto e composto le musiche originali) e da Viviana Nosella e Luigi Brunetti, le due voci del documentario, intitolato “La salina dei Monaci di Bevagna: biodiversità in riva al mare”
L’area della salina dei Monaci è ricca di fauna (Luigi De Vivo si è soffermato sulla presenza di decine di specie di uccelli migratori, tra cui i bellissimi fenicotteri rosa, i germani reali, i cigni, le oche selvatiche, i cavalieri d’Italia, gli avvoltoi, i martin pescatori e molti altri), che richiamano migliaia di appassionati di birdwatching.
Domenico Nardone, invece, ha parlato della fauna.
«Abbiamo documentato in un video la ricchezza delle forme di vita in riva al mare, e in particolare della nostra salina, per offrire agli insegnanti, che volessero affrontare questo argomento, un sussidio semplice e accattivante da mostrare ai loro allievi» ha affermato Nardone nel corso del convegno, i cui lavori sono stati moderati da Anna Gennari. «La salina è luogo, senza ombra di dubbio, straordinario, che ha attratto l’attenzione dell’uomo di tutte le epoche, in quanto punto di raccolta e di produzione del sale marino, l’oro bianco, l’indispensabile, la sostanza che rendeva mangiabile l’immangiabile. In epoca storica, questo territorio è stato conteso dai cosiddetti nobili, per l’abbondanza degli animali oggetto delle loro battute di caccia
Il nostro “orto” è inoltre ricco di specie perché formato da tre zone concentriche di vegetazione: un anello di piante alofile altamente specializzate e selezionate per vivere nel limo salato; uno di flora erbacea su terra rossa, che diventa sabbiosa a sub dalla parte del mare; e una vasta zona coperta dalla macchia-gariga di piante sclerofille sempreverdi».
Un lavoro che, sicuramente, stimolerà la curiosità e la voglia di conoscenza di questo habitat unico, nonché contribuirà alla diffusione della cultura dell’ambiente.









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