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09/04/2017 08:55:29 - Salento - Attualità

Si rivoluzionano persino scuola dell’infanzia e scuola primaria

Più merito, più tecnologia, più vicinanza al territorio, più borse di studio, più coinvolgimento delle famiglie e delle istituzioni. Le ultime decisioni del Governo sulla Buona Scuola hanno portato una vera e propria rivoluzione, che riguarderà studenti e docenti.
Le prove Invalsi diventano lo strumento per un esame obiettivo della preparazione degli studenti e delle scuole, così come l’esperienza dell’alternanza scuola lavoro al termine del ciclo di studi. Le novità più importanti degli 8 decreti sulla Buona Scuola, approvati dal Consiglio dei Ministri, anche se dovrebbero favorire meritocrazia e preparazione omogenea in tutta Italia, sembrano però contradditori. Esame di Stato difficile, licenza media facile, alla primaria resta la possibilità di bocciare, ma è circoscritta alle ipotesi eccezionali e comprovate da specifica motivazione.
La scuola italiana dice addio alle lettere per le pagelle: dalle ex elementari agli istituti di secondo grado i voti saranno espressi in numeri (decimi). Cambia il sistema integrato di educazione e d’istruzione dalla nascita sino a sei anni, ma nessun anticipo a cinque anni della scuola elementare.
Le novità per i cicli inferiori entreranno in vigore già nel 2018, per la nuova maturità bisognerà aspettare il 2019. Negli ultimi tre anni della scuola superiore a fare curriculum e credito sarà l’esperienza dell’alternanza scuola lavoro che non comporterà costi per le famiglie degli studenti coinvolti. Le attività potranno essere svolte da enti di tipo associativo, che svolgono attività culturale o sportiva, con pochissimi spazi per agenzie esterne che offrono pacchetti alle scuole.
Obbligatorie le assicurazioni, facoltativi i buoni pasto riconosciuti agli studenti in alternanza, possibili l’impiego di «badge» o «cartellini presenza» per gli studenti. Chiarimenti anche per l’alternanza scuola lavoro durante il periodo delle vacanze estive. A tutto questo si aggiungono le novità relative all'inclusione scolastica degli alunni con disabilità, alla revisione dei percorsi dell'istruzione professionale, alle normative sul diritto allo studio, alla promozione della cultura umanistica, alle scuole italiane all’estero, al sistema di reclutamento degli insegnanti.
La Buona Scuola nel Consiglio dei Ministri con il varo dei Decreti,ha dunque completato il suo iter. Poche concessioni ai sindacati, molte ai parlamentari. La riforma più importante è quella della maturità. Addio alle promozioni facili e ai 100 dati a piene mani. Per essere ammessi all’esame di maturità sarà necessario avere la sufficienza in tutte le materie, aver sostenuto la prova Invalsi sul computer, comprensiva del test d’inglese, nel mese di aprile del quinto anno. Gli studenti devono aver seguito almeno tre quarti del monte ore previsto e aver partecipato alle attività di alternanza scuola-lavoro.
Le vecchie regole del credito scolastico cambiano. Ogni studente avrà fino a quaranta punti: dodici al terzo anno, tredici al quarto e quindici al quinto anno. Eliminato il «quizzone», sostituito dalla prova Invalsi. Punteggio massimo di venti per ognuna delle due prove scritte (Italiano e d’Indirizzo). Resta la «tesina» che servirà da spunto per l’avvio del colloquio che dovrà riguardare anche l’esperienza svolta durante l’apprendistato oltre che accertare le competenze del candidato sulla «Cittadinanza e Costituzione».
Previsti bonus di cinque punti per gli studenti che abbiano raggiunto almeno cinquanta crediti. Le commissioni dell’Esame di Stato per la scuola secondaria di secondo grado saranno composte sempre da tre docenti interni e da tre esterni. Rivoluzione anche per gli esami di licenza media. Difficile, se non impossibile non ammettere agli esami anche in caso di gravi insufficienze. Obbligo dei test Invalsi per certificare i livelli di competenza degli studenti. Il test sarà svolto ad aprile del III anno e sarà necessario per l’ammissione agli esami, indipendentemente dal risultato ottenuto. Anche in questo caso prove al computer e test d’inglese. Tre le prove scritte: italiano, competenze logico-matematiche e lingua straniera. Invariato il colloquio.
Rivoluzione anche nei professionali. S’individuano indirizzi di studio, che passano da sei a undici, s’introducono nuove figure (il tutor) si generalizzano strutture (l’Ufficio Tecnico) si assegnano nuovi compiti (il Piano Formativo Individuale) senza prevedere risorse e demandando all’utilizzo del fondo d’istituto. I percorsi durano 5 anni: biennio più triennio. Le specializzazioni previste: Agricoltura, valorizzazione dei prodotti del territorio, industria e artigianato e perfino il Made in Italy e la gestione delle acque e il risanamento ambientale. Al professionale si potrà ricevere formazione per diventare esperto in enogastronomia e ospitalità alberghiera, servizi culturali e dello spettacolo, per la sanità e l’assistenza sociale come odontotecnico e ottico.
Ogni scuola potrà decidere gli indirizzi in base alle richieste e alle peculiarità del territorio, coerentemente con le priorità indicate dalle Regioni.
Rivoluzione anche per i bambini fino a 6 anni. E’ istituito per la prima volta un Sistema integrato di educazione per garantire ai bambini e alle bambine pari opportunità di educazione, istruzione, cura, relazione e gioco, superando disuguaglianze e barriere territoriali, economiche, etniche e culturali.
Aumentano le risorse per le borse di studio, diminuiscono le tasse scolastiche, previste misure per trasporti e libri di testo. I decreti approvati dal Governo saranno controfirmati dal presidente Mattarella entro il prossimo diciotto aprile. La Buona Scuola, tra contestazioni e mediazioni si è dunque conclusa.
Grande delusione per i sindacati che annunciano mobilitazione. La mancanza di posti aggiuntivi da destinare al potenziamento per le sezioni delle scuole dell’infanzia, il rilevante aumento dei carichi di lavoro per docenti e Ata, per i quali si prevedono ulteriori funzioni e oneri a organico invariato, non vanno proprio giù. Le risposte ancora evasive sul mantenimento degli obiettivi indicati per le assunzioni, con l’attivazione di 25.000 posti (per i quali vi è copertura nella legge di bilancio) a beneficio della continuità didattica, la positiva conclusione della trattativa sulla mobilità e dell’accordo per il passaggio da ambito a scuola, l’avvio del negoziato per il rinnovo del contratto collettivo nazionale, ecco le richieste imprescindibili per rilanciare la scuola italiana.
Gli studenti protestano per l’antidemocraticità della riforma e sono pronti a scendere in piazza il 9 maggio. Dal Ministero cantano vittoria. La Buona Scuola ha concluso il suo iter. Manca la nona delega, ovvero la revisione del Testo unico sulla scuola per la quale sarà previsto un disegno di legge delega specifico. Rimangono in sospeso i problemi, relativi alla mobilità, ai docenti fuori regione, a quelli delle Gae. Ma questa è un’altra storia. Se i risultati saranno quelli auspicati però, sarà il tempo a dirlo nei prossimi anni.








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