giovedì 18 aprile 2024

06/06/2017 10:23:39 - Provincia di Taranto - Attualità

Emiliano: «Ignorate le istanze dei tarantini»

Ilva va ad Arcelor-Marcegaglia. E ora comincia il confronto per limitare i tagli occupazionali: il premier Gentiloni incontrerà in settimana i sindacati.  Come previsto, Carlo Calenda ha firmato questa sera il decreto cha autorizza i Commissari straordinari del Gruppo Ilva a procedere alla aggiudicazione degli asset del Gruppo Ilva ad Am Invesco. E’ la cordata formata da ArcelorMittal Italy Holding S.r.l. (51%), ArcelorMittal S.A. (34%) e Marcegaglia Carbon Steel S.p.A. All’aggiudicazione seguirà una fase di ulteriore trattativa fra i Commissari e gli aggiudicatari che hanno già dato la loro disponibilità a migliorare la loro offerta.
Oggi Cortei e manifestazioni a Genova e Novi Ligure (Alessandria) hanno scandito le ore che precedevano la decisione del Mise. La cessione del gruppo Ilva ad Am Investco, considerata dai Commissari Straordinari la cordata che ha presentato l’offerta migliore, è stata accolta nei giorni scorsi con grande preoccupazione dai sindacati soprattutto a fronte di circa 6.000 esuberi annunciati dal piano. Il decreto di questa arriva dunque in uno scenario in ebollizione. Le rassicurazioni del governo sul sostegno al reddito per chi resta fuori, unite alle parole del ministro Calenda «useremo tutti i margini previsti per conseguire i risultati migliori in termini occupazionali, ambientali e finanziari» lasciano alquanto scettici i diretti interessati. A Taranto, in particolare, i nervi sono tesi. Mentre la cordata perdente Acciaitalia, non molla e scrive ancora a Calenda, chiedendo un nuovo parere dell’Avvocatura dello Stato.
EMILIANO: IGNORATE LE ISTANZE DEI TARANTINI - Dura la replica del Governatore Emiliano: «Il ministro Calenda ha firmato il decreto di aggiudicazione del Gruppo Ilva ignorando le richieste formulate dai sindacati di un ulteriore confronto. Ignorando, inoltre, i contenuti del rilancio operato dall'altra cordata e rinunciando di fatto a migliorare, attraverso una ulteriore competizione nell'interesse di ambiente e lavoratori, le proposte in campo». Emiliano pone una serie di interrogativi, tra cui l'inizio dell'opera di ambientalizzazione, il rischio che Mittal abbandoni l'operazione in caso di condizoni della commissione Ue meno convenienti, per finire al mantenimento degli impegni occupazionali o la continuità aziendale.
«Nulla nella firma del decreto risulta razionale o anche solo logico. Nulla nella fretta indiavolata del ministro Calenda risulta aver, anche incidentalmente, valutato gli effetti della sua decisione sulla vita dei tarantini. Con una sola firma sono state mortificate le legittime aspirazioni di una città e di un asset strategico del paese. Uno sconcertante esempio di pressapochismo politico rischia di mettere la parola fine alla storia dell'Ilva e alla speranza di ambientalizzare il controverso simbolo di Taranto». La Puglia, aveva ribadito in mattinata Emiliano, non ha avuto la possibilità di «discutere dell’offerta di acquisto».









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