mercoledì 24 aprile 2024

20/08/2017 07:19:11 - Manduria - Attualità

Ecco le bici “To Roti” di Enzo Lecce

Recupera le biciclette di una volta, quelle semplici e indistruttibili della generazione dei nonni, e, dando spazio alla propria fantasia, dona loro una seconda vita, decorandole e abbellendole. Da ormai semplice “ferro” destinato allo smaltimento, pertanto, diventano pezzi unici, artigianali, eleganti e colorate.

Per Enzo Lecce, che di professione fa tutt’altro, questa è una passione che coltiva da anni. E’ innamorato di tutto ciò che è vintage: dalle bici alle auto e moto d’epoca, di cui possiede una collezione. Dedica gran parte del proprio tempo libero alle bici dalla linea semplice e dalla forte “personalità” degli anni ’60 e ‘70, rivestendole in vario modo: dal cuoio al jeans.

«Sono bici che mi vengono regalate perché pressoché inutilizzabili» ci racconta Enzo Lecce. «Inizialmente elimino il colore originario del telaio: preferisco riportarlo a “ferro nudo”, così come era prima della verniciatura. Poi passo alle decorazioni, che sono uniche e irripetibili. Per una, ho deciso di utilizzare un rivestimento in cuoio, ordinato dalle concerie toscane. Il rivestimento è totale, compresi i pedali e il sellino. Sempre con il cuoio, ho realizzato un vano portaoggetti. Per un’altra bici, invece, ho scelto come materia prima per il rivestimento il jeans. Per un’altra, le fascette di legno e cuoio.

Per le tonalità dei colori, che restituiscono lucentezza alle bici, mi ispiro alla natura che mi circonda: il giallo del sole, il blu del mare, il marrone della terra».

Le bici riacquistano una seconda vita.

«Io preferisco le bici di una volta: hanno una maggiore personalità rispetto a quelle moderne, i cui modelli sono quasi tutti omologati».

Singolare anche il logo scelto per le sue bici e i nomi che attribuisce ad ognuna.

«Per il logo ho scelto il termine che veniva usato dai contadini per indicare le biciclette: “To roti”, ovvero due ruote. I nomi? Prendo sempre spunto dai termini di una volta. Un esempio? Quella in jeans l’ho chiamata “mascarana”, ovvero mascherata».

Da Lecce anche un appello ad utilizzare di più queste “due ruote” ecologiche.

«A Manduria si usano poco. Eppure ti consentono di cogliere tutte le bellezze dei luoghi che attraversi».









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