venerdì 19 aprile 2024

03/12/2017 07:42:24 - Provincia di Taranto - Attualità

Ricordati Federica e il figlio Andrea, assassinati poco più di un anno fa

 

Sette giorni di preghiera, di dibattiti, di riflessioni. Di vita, attraverso lo sport: ciò che apparteneva a Federica De Luca, vittima della violenza omicida, perpetrata a Taranto, in uno stabile di via Galera Montefusco. A un anno dalla sua scomparsa - era il sette giugno quando la donna fu uccisa, picchiata e strangolata dal marito - la Federazione italiana pallavolo (Cr Fipav Puglia) ha inteso commemorarla attraverso una iniziativa. Davvero lodevole per intensità e contenuti, “La settimana di Federica” si è tenuta in tutta la Puglia, oltre che nel capoluogo ionico.

Ed anche sul web. Infatti, attraverso l'hashtag #ilvolleyperfedericaeandrea, le pagine dei social si sono riempite di immagini e documenti concernenti gli eventi di commemorazione: dalle partite di pallavolo, di campionato o amichevoli, ai convegni incentrati sul tema della violenza di genere. Oltre alla moglie di Luigi Alfarano, morto suicida, nello stesso delitto perse la vita il figlio di quattro anni. Federica amava la disciplina di cui era arbitro: l’omaggio della pallavolo pugliese era in qualche modo dovuto. È un tema sempre attuale quello della violenza di genere, come dimostrano gli ultimi fatti di sangue accaduti sullo stesso territorio ionico: dal delitto di via Montefusco al triplice omicidio di Sava il filo conduttore è la follia distruttiva posta in essere da persone comuni. Ovvero “normali”. Le motivazioni possono essere molteplici: economiche, sentimentali, esistenziali. Persino futili.

Nastrini rossi, palloncini, magliette speciali, minuti di silenzio non riportano in vita le vittime; ma mantengono alta l'attenzione sul fenomeno, particolarmente tra i giovani. Ce n'erano tanti al convegno che si è tenuto a Taranto, all'istituto Righi. Una presenza attiva, nella forma dell'ascolto, ha gratificato i genitori di Federica i quali, presenti allo stesso evento, sono costretti a convivere con il dolore ogni giorno. Dal trofeo organizzato da La Gazzetta del mezzogiorno, la grande testata che celebra i suoi 130 anni di vita, al quadrangolare giocato a Massafra tra gli arbitri della Puglia, la manifestazione ha avuto rilevanza anche sul piano agonistico. Nel fine settimana poi, in concomitanza con la Giornata mondiale contro la violenza sulle donne, la discussione si è spostata a Tuglie. Alle parole di condanna, agli appelli per la cessazione di ciò che va contrastato attraverso la denuncia e prima ancora con l'educazione, si aggiungono sempre quelle di speranza, perché ciascuno faccia la sua parte nella costruzione di un altro mondo. Di un mondo migliore: “Prendete in mano la vostra vita e fatene un capolavoro”, diceva Giovanni Paolo II. Incisa sulle maglie indossate dagli amici di Federica, l'esortazione del santo è un inno alla gioia; un incoraggiamento rivolto a tutti, donne e uomini, vittime o carnefici, perché si possa ingannare il dolore e sopportarlo. Sostenerlo. Come fece stoicamente negli ultimi anni della sua esistenza un uomo che ha tanto amato i giovani da credere in loro.

(articolo tratto da Nuovo Dialogo)









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