venerdì 19 aprile 2024

27/09/2017 09:36:17 - Maruggio - Attualità

Agli alunni delle classi terze della scuola media “Petrarca” e agli studenti dell’istituto superiore alberghiero “Mediterraneo” di Maruggio parlerà di alcool, droghe e del rapporto fra genitori e figli

Giampietro Ghidini, il papà di Emanuele, l’adolescente che, a 16 anni, perse la vita gettandosi in un fiume nei pressi della propria abitazione, dopo aver assunto una sostanza stupefacente, ritorna nella provincia di Taranto. Dopo essere stato ospite, nel febbraio scorso, dell’istituto comprensivo “Prudenzano” di Manduria, papà Giampietro, fondatore di “Ema Pesciolino Rosso”, incontrerà, questa mattina, alle 10, nel cine teatro Impero, gli alunni delle classi terze della scuola media “Petrarca” e gli studenti dell’istituto superiore alberghiero “Mediterraneo” di Maruggio. A loro, presentando il libro “Lasciami volare” (che contiene la sua testimonianza sulla morte del figlio), parlerà di alcool, droghe e del rapporto fra genitori e figli.

La sera del 24 novembre del 2103, Emanuele, un ragazzino di appena 16 anni, salutò i suoi genitori e le sue sorelle e andò a una cena con degli amici più grandi. Con la leggerezza della sua età accettò di provare un “francobollo”, un acido, che qualcuno dei questi amici più grandi gli offrì: “Cosa vuoi mai che succeda, lo fanno tutti”, avrà pensato mentre se lo appoggiava sulla lingua.

Successe la fine del mondo, il suo mondo. Perché, come a volte succede, quell'acido gli ‘salì' male, lo traghettò nell’angoscia più nera: erano le due di notte quando Emanuele guardando il Chiese, un fiume che passa vicino a casa sua a Gavardo (nel Bresciano) si buttò in acqua, esattamente nello stesso punto dove una decina di anni prima, accompagnato dal suo papà, aveva liberato un pesciolino rosso.

Papà Gianpietro, dopo aver perso il figlio, ribalta la sua vita, inizia a girare l’Italia, scuole, discoteche, oratori, con l’obiettivo di far conoscere ai giovani la pericolosità di assumere certe sostanze, spingendoli a cercare un dialogo con i propri genitori piuttosto che con falsi amici.

«La programmazione di questo incontro con le scuole ha come obiettivo quello di sensibilizzare i nostri giovani sul tema dell’uso e abuso delle sostanze alcoliche e dell’utilizzo di sostanze stupefacenti. Un momento di riflessione sul valore della vita e sul rapporto genitori-figli con la prestigiosa testimonianza di Gianpietro Ghidini» dichiara l’assessore alla Pubblica Istruzione Mariangela Chiego.

L’evento si concluderà con la donazione di 50 copie del libro intitolato “Il sasso nello stagno”, scritto da papà Gianpietro e dedicato agli argomenti trattati nei suoi eventi. Le copie, acquistate dall’Amministrazione Comunale, saranno donate alle scuole e alla biblioteca comunale.









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