venerdì 29 marzo 2024

19/08/2019 19:39:52 - Salento - Attualità

L’utente: «Dopo aver pagato 30 euro per due lettini, ci è stato anche impedito di consumare i nostri panini». L’imprenditore: «Sulla frisa c’era tartare di gambero rosso. Gli alimenti serviti sotto l’ombrellone»

Botta e risposta, attraverso i social, fra un utente di uno stabilimento balneare salentino (ad una manciata di chilometri dal territorio manduriano) e il suo proprietario.

Vi offriamo le rimostranze del cliente e la risposta del proprietario. A voi le considerazioni (come al solito, cancelliamo però eventuali commenti volgari e offensivi).

IL CLIENTE - «Oggi mi sono reso conto di essere cambiato. Sono povero ma educato. Vi racconto perché. Siamo stati invitati in un lido “ Vips”. Dopo aver pagato 30 euro due lettini, ci siamo accomodati e abbiamo iniziato la nostra giornata, quando ad un certo punto le mie bambine e una loro amichetta, avendo fame, hanno preso i panini dal borsone. Apriti cielo. È arrivata la sicurezza che, con arroganza e tono alto, ordinava alle bambine: “rimettete immediatamente tutto dentro, compreso l’acqua. Qui non potete consumare cose portare da casa”.

A quel punto ho detto alle bimbe di finire di mangiare e con tono educato ho ordinato per me e mia moglie (peccato perché mi ero preparato un paninazzo favoloso). In allegato troverete specifica e “scontrino”.

In altri tempi avrei fatto casino. Oggi mi rendo conto di non potermi più permettere un lido così e lascio spazio ai vips. Perciò l’anno prossimo anziché un mese in Salento faremo 2 mesi in Montenegro. Almeno i soldi sono ben spesi. Buon proseguimento di vacanze».

IL PROPRIETARIO - «Sulla frisa c'era tartare di gambero rosso e stracciatella, che agli occhi del cliente diventano pochi cubetti di gamberi e un po' di formaggio spalmato, così come un piatto di pasta diventa qualche grammo di pasta, una porzione di polpo diventano tre miseri tentacoli ecc... Inoltre, se il mio lido vende prodotti alimentari, non vedo perché qualcuno si debba portare i panini da casa.

Uno stabilimento balneare è un’attività a scopo di lucro. Ciò vuol dire che, al netto dei costi esorbitanti e al netto dei sacrifici fatti, nonché dei rischi presi, a fine stagione “ma rimanire na cosa de sordi”. Metteteci anche che nessuno ha costretto queste “brave” persone ad andare in quel luogo e mangiare la frisa gourmet e aggiungete che le frise gli sono state servite direttamente sotto al baldacchino.

Potevano scegliere, ma la voglia di buttare merda è tanta quanta la voglia di indignarsi. E allora tutti giù di merda. Sono questi i tempi, i tempi moderni».









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