venerdì 19 aprile 2024

24/07/2020 11:03:58 - Salento - Attualità

In provincia di Lecce positivo un cardiologo

Dopo tre giorni di «crescita zero» i casi positivi al Coronavirus tornano a crescere anche in Puglia. Sono nove quelli registrati ieri, di cui cinque riconducibili a cittadini extracomunitari.

Non è emergenza e la situazione resta sotto controllo, anche se i «confini» si confermano il nodo centrale della fase-3: il virus arriva dall’esterno.

I casi registrati ieri sono tre a Bari, tre a Lecce e uno a Brindisi e Foggia, oltre a un residente fuori regione: si tratta di un cittadino lucano che è risultato positivo dopo il tampone obbligatorio effettuato al momento del ricovero agli Ospedali Riuniti di Foggia.

I tre casi di Bari sono una persona rientrata dal Veneto, un cittadino albanese residente a Giovinazzo e un lavoratore che è risultato positivo al tampone dopo un test sierologico positivo.

Anche il caso positivo residente a Foggia è stato individuato attraverso lo screening prericovero.

A Lecce, invece, i tre nuovi casi sono due persone rientrate dall’Albania e un cittadino brasiliano.

Desta particolare preoccupazione la positività di un cardiologo 65enne di Carpignano. L'uomo è un libero professionista che lavora in convenzione con varie strutture sanitarie del Salento per cui il Servizio di Igiene pubblica della Asl di Lecce, diretto da Alberto Fedele, è al lavoro per tracciare tutti i contatti e quindi tutti i pazienti che dovranno osservare la quarantena di 14 giorni.

A Brindisi, infine, è risultato malato di Covid un altro cittadino albanese riconducibile al focolaio dei giorni scorsi, quello scoperto dopo il rientro in Puglia dal Paese delle aquile di due badanti.

Dalla task force regionale si fa notare che, in realtà, i casi emersi nell’ultimo bollettino (e risultati positivi tra la serata di mercoledì e la mattinata di ieri) dimostrano il buon funzionamento del sistema di sorveglianza. A parte gli screening pre-ricovero, che sono ormai obbligatori in tutti gli ospedali pubblici e privati, le altre persone sono state individuate attraverso il lavoro dei Dipartimenti di prevenzione delle Asl, sulla base anche delle segnalazioni di rientro (quelle al sito della Regione), oltre che della sorveglianza epidemiologica: come nel caso del focolaio di Brindisi, tenuto sotto controllo fin dalla sua insorgenza quando le due donne, la scorsa settimana, si sono presentate al «Perrino» di Brindisi con i sintomi tipici del Covid.









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