martedì 19 marzo 2024

25/11/2020 09:48:44 - Salento - Attualità

Esposta al pubblico ludibrio per una colpa che non ha, licenziata per una colpa che non ha, condannata a una violenza inaudita di commenti ignoranti per una colpa che non ha…

Forse i toni che userò in quello che sto per dirvi sono diversi da quelli che uso di solito. Più duri, senza dubbio.

Il tema è quello della vergognosa vicenda relativa alla maestra vittima – vittima, sottolineo, le parole oggi più che mai sono fondamentali – di Revenge Porn. Esposta al pubblico ludibrio per una colpa che non ha, licenziata per una colpa che non ha, condannata a una violenza inaudita di commenti ignoranti per una colpa che non ha.

Perché ho aspettato oggi per parlarne. Fondamentalmente per due motivi.

Primo. Proprio oggi, insieme all’Assessore Marco Giusta, ho avuto avuto una call con la maestra e con i suoi avvocati per esprimere la vicinanza e la solidarietà mia e della Città. Volevo sentire le loro voci, le loro posizioni, volevo essere quanto più vicino possibile a questa vicenda per provare a rendermi conto di quanto in basso alcune persone possano arrivare. Il dolore altrui non si può provare, ma a volte si può vedere.

Secondo. Questa non può e non deve essere una “notizia”, con un inizio e una fine. La luce su questa vicenda e su tutti i temi che con essa sono compatibili – troppi, davvero troppi, purtroppo – devono avere un riflettore puntato addosso finché non spariranno definitivamente.

Quello che è accaduto è solo la punta dell’iceberg di un modello culturale sessuofobico, maschilista e violento che permea ancora troppi strati della società.

Sessuofobico perché il fatto che una donna abbia avuto un rapporto sessuale è considerato motivo sufficiente per esporla al pubblico ludibrio.

Sapete che c’è?

Che forse è ora di insegnare alle nostre figlie e ai nostri figli che fare sesso, in maniera consapevole, consenziente e serena è una cosa bellissima. Che non c’è nulla di male nello stare in intimità con un’altra persona. E che questo non condiziona minimamente, nella maniera più assoluta, né la morale, né l’immagine, né la professionalità di chicchessia.

Se qualcuno ha paura del sesso dovrebbe pensare a come togliersela piuttosto che instillarla in altri.

Maschilista perché per troppe persone se un uomo manda in giro foto e video delle sue performance sessuali è un figo, se lo fa una donna è una poco di buono.

Poco tempo fa mi è ricapitato sotto gli occhi un articolo, peraltro di un’autorevole testata, che titolava: “Il prof di matematica più sexy del mondo? È l’italiano…”. Con tanto di foto patinate senza maglietta

Ma guarda un po’ che figo sto prof di matematica sexy eh. E quanti commenti di donne adoranti si leggevano.

Secondo voi dopo aver posato per le foto e dopo che è uscito l’articolo è stato licenziato? Io credo di no (e ci mancherebbe!)

Se invece sei una donna e le tue immagini private vengono illecitamente diffuse arrivando alla tua datrice di lavoro… beh, allora sei licenziata. 

Violento. Perché quella che è stata portata avanti è violenza. Punto. Qui c’è poco da stare a fare esempi.

Ora, queste vicende sono ancora troppo diffuse e si possono combattere solo se chi ne è coinvolto e chi ne è a conoscenza sceglie di parlarne invece che stare zitto.

Per fortuna la maestra protagonista della vicenda ha avuto coraggio e zitta non è stata. E oggi siamo qui, tutti insieme, a dirle che le siamo vicini.

Che non si può stare zitti. Che non ci si può sentire in colpa per colpe che non si hanno. Che non si può pensare di rimanere impuniti. Che non si può  girare la testa dall’altra parte.

E, se ritenete di essere sotto ricatto, denunciate.

È un cambio culturale, senza dubbio. E io sono certa che, insieme, riusciremo a portarlo avanti.

 

Chiara Appendino

sindaca di Torino









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