venerdì 29 marzo 2024

22/09/2021 10:18:53 - Manduria - Cultura

La domanda che Michel Foucault si pone è se, come comunemente si crede, solo con il Cristianesimo la sessualità sia divenuta oggetto di una problematizzazione di carattere morale, cioè della attività di pensiero attraverso cui il soggetto pone se stesso come soggetto morale in relazione ai propri bisogni e comportamenti

Quando l’esperienza sessuale è diventata oggetto di riflessione morale? Forse quando il pensiero cristiano ha fatto della sessualità l’oggetto di una precettistica estremamente stringente e puntuale, mirante a regolamentare rigidamente ogni aspetto? È un fatto che mai prima nella storia la sessualità era stata argomento di una serie interminabile di prescrizioni e divieti, da valere universalmente. Alla base dei quali però vi è una teorizzazione di carattere morale che attribuisce al corpo, alle sue pulsioni, ai suoi piaceri una valenza essenzialmente negativa. Da qui la regolamentazione dei comportamenti che possano in qualche modo neutralizzare tale negatività, fonte di peccato, con la individuazione di ciò che è lecito: partner, modi, tempi, intenzioni, finalità. Fermo restando il valore supremo e prioritariamente salvifico dell'astinenza.

La domanda che Michel Foucault si pone è se, come comunemente si crede, solo con il Cristianesimo la sessualità sia divenuta oggetto di una problematizzazione di carattere morale, cioè della attività di pensiero attraverso cui il soggetto pone se stesso come soggetto morale in relazione ai propri bisogni e comportamenti. Un metodo di lavoro tipico di Michel Foucault, una delle menti più brillanti dei nostri tempi, filosofo, archeologo del sapere, docente al Collège de France sino alla sua morte avvenuta nel 1971. Non una storia dei comportamenti sessuali e delle norme che li hanno regolamentati, così come si sono succeduti nel tempo, ma una indagine sui modi in cui il soggetto ha percepito se stesso come soggetto “sessuale”, collocando i vari aspetti di tale determinazione (il corpo, il desiderio, il piacere, i comportamenti, ecc.) all'interno di un discorso di tipo morale, vale a dire in termini di bene e male. Ebbene, la ricerca di Foucault, sempre estremamente accurata dal punto di vista storico e filologico, perviene a dimostrare che già nell'antichità greco-romana gli uomini si interrogavano assiduamente sul valore morale da attribuire a questo aspetto primario della loro esistenza, rintracciandolo però in una dimensione totalmente diversa da quella della precettistica cristiana e della visione del mondo da cui questa scaturiva.

Per chi volesse approfondire questi temi, si consiglia la lettura di “L’uso dei piaceri”, di Michel Foucault, Universale Economica Feltrinelli.

N.B. Il testo citato, come altri di Michel Foucault (“Il coraggio della verità”, “Il governo di sé e degli altri”, “Storia della follia”), sono disponibili in biblioteca.









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