sabato 27 aprile 2024

03/05/2022 09:36:01 - Manduria - Cultura

Medico, filosofo e scrittore, è stato definito “il più autorevole intellettuale mandurino nel secolo XVIII”

Collocato nel corridoio centrale della Gattiana, poco sopra la porta d’ingresso che conduce nella sala antica, è il ritratto di Gian Leonardo Marugj, medico, filosofo e scrittore, presenza illustre nel panorama culturale e politico settecentesco, definito da Antonio Pasanisi «il più autorevole intellettuale mandurino nel secolo XVIII» (‘Civiltà del Settecento a Manduria’, Tav. 45).

Manduria non ha dimenticato questo suo figlio insigne. A Gian Leonardo Marugj è intitolata una via cittadina e una scuola, mentre il suo monumento ricorda ai cittadini che transitano in piazza ‘Plinio il Vecchio’ gli onori e la gloria che la città gli ha tributato nel 1936, in occasione del centenario della morte.

Lo spessore culturale di Gian Leonardo Marugj emerge grande nei suoi scritti. Molti di essi sono conservati, in forma manoscritta, nella biblioteca “Marco Gatti”. Singolare è senz’altro la ‘Vita di G. L. Marugj’, autobiografia scritta dall’autore in terza persona, cha va dalla nascita fino al 1814. L’opera consta di 158 pagine non numerate, scritte su metà foglio (il restante spazio è utilizzato per note e aggiunte): preziosa testimonianza di una vita vissuta intensamente e fortemente condizionata dagli accadimenti drammatici che investirono il regno di Napoli e il Salento. 

Dopo i primi studi compiuti a Casalnuovo, inizialmente dagli Scolopi poi allievo del medico Pietro Oronzo Pasanisi, Gian Leonardo si laureò in medicina presso la Scuola medica salernitana nel 1777.

Mentre era a Napoli, «animato dall’amore del sapere che andavasi sempre più in lui consolidando, si immerse tutto nello studio delle matematiche pure e miste, in quello delle scienze astratte, della politica, della morale, senza abbandonare quello della medicina» (G. Sirsi, ‘Autobiografia…’, p. 52). 

Autore di numerosi scritti di medicina, fu medico stimato in varie città italiane ed europee, tanto da ricevere l’invito di illustri personaggi a trasferirsi altrove per esercitare la professione (il cardinale Acquaviva a Roma, la principessa Lubomisk a Varsavia), ma egli, per non distaccarsi dalla famiglia, non volle mai accettare. Trasferitosi a Napoli, fu docente di matematica nella Regia Accademia Militare e di etica nella Regia Università. Ma siamo giunti nel 1799 e siamo a Napoli: «il vortice orroroso [della rivoluzione] assorbì tutto» (G. Sirsi, ‘Autobiografia, p. 73). Il sostegno di Marugj alla fazione repubblicana gli valse una condanna a morte, a cui si sottrasse fortunosamente, riuscendo a ritornare a Manduria. Qui esercitò la professione di medico fino alla sua elezione (dopo i moti del 1820) a deputato al Parlamento Napoletano, dove si adoperò attivamente in rappresentanza di Terra d’Otranto. Nuovamente perseguitato, rientrò a Manduria, dove morì il 28 settembre 1836.  

Di lui scrive Giuseppe Gigli, in “Scrittori manduriani”; Michele Greco, al quale si deve il riordino di tutte le sue opere, edite ed inedite, fatte restaurate con perizia e conservate nella biblioteca “Marco Gatti”; Nicola Vacca, medico umanista, che ha contribuito a far emergere alcuni aspetti poco conosciuti della personalità di Marugj.

Tante e di varia natura, le opere di Gian Leonardo Marugj (manoscritte e a stampa) che sono custodite nella Gattiana. Del 1786 è la pubblicazione dell’opera ’Malattie Flatulose’, di argomento medico, incompiuta. Nel 1788 viene pubblicata, con lo pseudonimo di Florenio Salamino Pastore Arcade di Numero, ‘Capricci sulla jettatura’. In quest’opera, il Marugj, avvalendosi dei progressi compiuti in quegli anni nella conoscenza della fisica (gravità, elettricità, ecc.), cerca il razionale dove, verosimilmente, non c’era mai stato, ossia nel fenomeno della jettatura, ancora diffusa alla fine del Settecento. Del 1792 è «Lo Stato attuale delle Scienze», in cui l’Autore si interroga, criticamente, circa lo stato raggiunto dalle conoscenze scientifiche del suo tempo: affermando l’incompiutezza dell’umano sapere, egli dimostra una sensibilità nuova nel percepire le future possibilità della conoscenza umana, non certamente ‘contenibile’ nel secolo dei lumi, e sostanzialmente infinita. Nel 1794 viene pubblicato “Studi sull’uomo” in quattro volumi: «Lo studio che faceva dell’Uomo fisico per l’opera medica che aveva tra mani, lo chiamò a quello dell’Uomo morale. Vedeva egli la gran corrispondenza che passava tra questi due soggetti che, presi come in astratto, disegnano due differenti individui» (G. Sirsi, ‘Autobiografia…’, p. 57).

Altri scritti hanno reso celebre nella capitale (e non solo) il nome di Gian Leonardo Marugj, nel periodo che va dagli avvenimenti tumultuosi del 1799, che lo videro suo malgrado coinvolto, al periodo in cui, da parlamentare, pronunciò molti discorsi, fino a quando, per sfuggire ancora una volta alla Reazione, rientrò nella sua città natale, per rimanerci fino alla morte.

In ogni caso, rimane la figura di un uomo, Gian Leonardo Marugj, il cui spessore culturale e morale si connota essere all’avanguardia in quei tempi travagliati; egli non esita a difendere strenuamente i principi liberali alla base della Repubblica Napoletana, pur rimanendo fondamentalmente un illuminista moderato, perfettamente inserito e apprezzato nel contesto culturale napoletano e salentino di fine settecento.

Così Giambattista Arnò in ‘Manduria e manduriani’: «Marugj, che nella sua vita e nei suoi scritti ha impersonato la figura del vero patriota, che tutto sè stesso e tutta la sua attività spese per il miglioramento morale, intellettuale e fisico dei suoi concittadini e della patria sua, non ebbe ambizioni di ascese, né desiderio di ricchezze, ma tutto sacrificò per questo santo ideale senza odiare i suoi avversari ma anzi ribellandosi contro gli stessi compagni quando si accorgeva che essi non erano animati dagli stessi suoi sentimenti» (p. 132).  

Per approfondire: Giuseppe Sirsi (a cura di), ‘Autobiografia inedita di un illuminista salentino tra Napoli e Terra d’Otranto; Gian Leonardo Marugj, ‘Capricci sulla jettatura’ ; Giambattista Arnò, ‘Manduria e manduriani’. Tutte le opere sono disponibili in biblioteca.

 









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