venerdì 26 aprile 2024

30/03/2023 10:48:29 - Manduria - Cultura

La ‘Sittimana ti li Cruci’ è, ancora oggi, uno spazio temporale liturgicamente molto partecipato a Manduria. Ciò emerge dai racconti di alcune fonti intervistate sull’argomento

La quinta settimana di Quaresima ci introduce nel ‘Tempo di Passione’, un tempo solenne e drammatico, carico di intensa sacralità e di ritualizzazione della morte e resurrezione del Cristo. In origine, esso aveva inizio con la Domenica delle Palme, detta appunto ‘De Passione Domini’. Successivamente, il ‘Tempo di Passione’ venne anticipato alla settimana precedente: la ‘Settimana delle Croci’.

La ‘Sittimana ti li Cruci’ è, ancora oggi, uno spazio temporale liturgicamente molto partecipato a Manduria. Ciò emerge dai racconti di alcune fonti intervistate sull’argomento. 

In questa settimana, viene rievocato, attraverso processioni interne nelle chiese, talvolta anche esterne percorrendo le strade del quartiere, l’itinerario della Via Crucis, il percorso in quattordici stazioni che condusse Gesù sul monte Calvario: «eti na tumenica prima ti li Parmi e si fa la “Via Crucisi” ti Crištu, a lla chiesa si fannu tutti li quattordici stazioni e toppu ti sintii la Messa» (E.G.); «si fannu totta la sittimana li Via Crucisi: mo li fannu pi li štrati, inveci prima li facìunu in chiesa» (G.A.).

A caratterizzare questo tempo ‘eccezionale’, vissuto all’interno di quello già ‘speciale’ del periodo quaresimale, vi sono elementi cultuali specifici. Uno di questi è l’antico rito della ‘Velatio’, cioè la copertura (velatura) delle croci e delle immagini presenti in chiesa con drappi di colore viola, colore simbolo di sentita penitenza: «la tumenica prima ti li Parmi nc’era na tumenica ca si chiamava la Tumenica ti li Cruci, e allora coprìunu tutti li crocefissi e li scoprìunu lu Venerdì Santu» (C.A.); «tutti li quadri ca nc’èrunu, tutti li figuri ti li santi [mettevano] sobbra na tela lilla» (A.M.).

È il ‘Messale tridentino’ a stabilire che nel sabato che precede la prima domenica di Passione (il sabato della IV settimana di Quaresima), «finita la Messa e prima dei Vespri si coprono le croci e le immagini della chiesa con veli violacei; le croci restano coperte fino al termine dell’adorazione della Croce da parte del celebrante il Venerdì Santo, le immagini fino all’intonazione del Gloria nella Messa della Vigilia Pasquale». Sono esenti dalla ‘Velatio’ solo le immagini relative alla Via Crucis. 

Il rito della ‘Velatio’, che risale al IX secolo, è verosimilmente un elemento residuale di un altro rito molto più antico, riguardante la separazione dei penitenti pubblici all’interno della chiesa. In particolare, quei fedeli che si riconoscevano peccatori, dopo aver compiuto un intenso percorso di penitenza nel periodo precedente la Pasqua, erano riammessi alla comunione la mattina del Giovedì Santo, con un apposito rito. Successivamente, il periodo di penitenza venne esteso a tutti i fedeli, bisognosi comunque di un ‘tempo di penitenza’ in preparazione alla Pasqua. Da qui la ‘velatura’, che correlava gli effetti del peccato alla rottura della comunione con il Signore, la cui presenza, simbolicamente oscurata dal peccato, veniva concretamente ‘nascosta’ dai drappi. 

Ancora oggi, croci, dipinti e simulacri velati conservano un profondo significato religioso:  inducono a riflettere sulla fragilità della condizione umana, alimentando nei fedeli una dimensione trascendente e una ricerca della presenza del Cristo, che si offrirà agli sguardi dell’umanità peccatrice proprio con la Pasqua di Resurrezione.  

Un altro elemento ‘rituale’ rientra nel periodo quaresimale: il cibo. A Manduria, l’espressione ‘Tumenica ti li Cruci’ ( = Domenica delle Croci) compare nel detto popolare “Osci so li Cruci, tumenica li Parmi e all’otra è pani e carni” ( = Oggi sono le Croci, domenica saranno le Palme, e all’altra — domenica successiva alla Palme —, sarà pane e carne). In questo modo, pur nella drammatica sequenza degli avvenimenti svoltisi in quel tempo sacro che fu, viene posto l’accento sul cibo, elemento che più volte ritorna nei racconti delle fonti intervistate. Così, nel tempo liturgicamente controllato della Quaresima che volge al termine, il digiuno ancora osservato viene proiettato in una aspettativa eccezionale, cioè quella della tavola riccamente  imbandita (non per tutti), legata alla letizia della resurrezione del Cristo: «Quanno li campani puei sunàunu, putii manciari tutti cosi. La Sittimana Santa nui no manciàumu carni, ma quannu scapulavàunu li campani, èrumu già fattu lu bullitu a casa (…) ni manciàumu la scarcedda e la tumenica puei si manciava la carni» (C.C.).

Per approfondimenti: Anna Stella Mancino, ‘La Settimana Santa a Manduria’ in ‘QuaderniArcheo’, N. 9, maggio 2018, disponibile in biblioteca.

 

Aspettando la Settimana Santa 2023, riportiamo di seguito, per chi fosse interessato, i link degli articoli pubblicati sull’argomento lo scorso anno:

 

ASPETTANDO LA PASQUA — Il Calvario

https://www.facebook.com/113399750992114/posts/pfbid02f16PX14VMpNyybXgNfAMjWcRm8ceLaoW3Gt4sJ21V7XXtLEv4W5ZVZnBDaB4oi19l/

ASPETTANDO LA PASQUA — La domenica delle Palme

https://www.facebook.com/113399750992114/posts/pfbid0TTkCLqYryWs9YhFHT4hfEPbXefZCmtK8Cx2VfYxVkVUXVECGTNbpdD92BVzRmvEkl/

ASPETTANDO LA PASQUA — L’Ufficio delle Tenebre

https://www.facebook.com/113399750992114/posts/pfbid0KzjAxVfZpwiS59TTiRnNFJ3mjXDEhiRiBkG3TKxN3dUwmm7XHpz6Pw6qg8Mg6rKql/

LA GATTIANA RACCONTA LA PASQUA – I PARTE

https://www.facebook.com/113399750992114/posts/pfbid02HeYMhJyLswsknCx6NgzRUgLfRZohPb3kutc37FhRhzv2QfskqA9GvP1jbeVA24vFl/

LA GATTIANA RACCONTA LA PASQUA — II PARTE

https://www.facebook.com/113399750992114/posts/pfbid02UAv8C2BjY22sFDhdoFfGjL2S9iLyALQcpRwUBHKGPkkMMqcbCVJy5RgzZ2SSvbGJl/









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