sabato 27 luglio 2024

06/07/2023 17:42:20 - Manduria - Cultura

E’ un libro di grande formato (cm 45x34) e di particolare interesse non solo per l’originalità della trattazione, ma anche per la preziosità dei disegni e delle stampe contenuti nel volume, riprodotti da originali esistenti in prestigiose biblioteche

‘Piante e vedute della Puglia cinquecentesca’ è un libro di grande formato (cm 45x34) e di particolare interesse non solo per l’originalità della trattazione, ma anche per la preziosità dei disegni e delle stampe contenuti nel volume, riprodotti da originali esistenti in prestigiose biblioteche: l’Angelica di Roma, la Riccardiana di Firenze, la Marciana di Venezia, la Nazionale di Napoli, l’Arcivescovile di Manfredonia, la Galleria degli Uffizi di Firenze. 

In particolare, nella biblioteca Angelica di Roma vi è un album contenente carte geografiche, piante e vedute di città sia a stampa che manoscritte. Le carte a stampa derivano in parte da atlanti della seconda metà del XVI secolo, in parte da singole incisioni riguardanti stati europei o regioni italiane. Le carte manoscritte sono di varia fattura e formato, e contengono 60 disegni raffiguranti prevalentemente paesi o territori dell’Italia centro-meridionale in un arco di tempo compreso fra il XVI e il XVII secolo; fra questi troviamo 17 piante prospettiche o planimetriche di città della Puglia.

L’autore ha riportato su una carta d’Italia le città raffigurate nei disegni manoscritti, giungendo alla conclusione che esse, oltre ad essere collocate lungo le principali vie di comunicazione dell’Italia centro-meridionale, tracciano un itinerario preciso, cioè sono città sedi di conventi degli Agostiniani.

Non sarà stato certo un caso che proprio un frate agostiniano, Jacopo Filippo Foresti di Bergamo detto perciò il Bergomensis, abbia pubblicato a Venezia nel 1482 un’opera (‘Supplementum chronicarum orbis ad initio mundi usque ad annum 1482’) arricchita per la prima volta da raffigurazioni urbanistiche, seppur simboliche e generiche: mura,  chiesa, torri, edifici come tessere utilizzate per rappresentare allo stesso modo città differenti.

Nel secolo seguente l’interesse verso questo tipo di stampe si accentuò notevolmente, si moltiplicarono i viaggi di cartografi, disegnatori, scrittori che si spostavano in tutta la penisola, lasciando traccia di sé nelle biblioteche con racconti di viaggio e atlanti cartografici, o nei palazzi nobiliari con dipinti di ‘vedute’ della città che li ospitava.

In tale contesto si colloca la figura di Angelo Rocca, frate agostiniano che proprio in quegli anni ricercava piante e vedute delle città in cui si recava; nel 1583 egli fu a Troia, in Capitanata, per accompagnare il proprio superiore generale. Fondatore della biblioteca Angelica, di lui esistono alcune annotazioni manoscritte su un libretto di Christofano Scanello, detto il Cieco, dal titolo ‘Chronicha universale della fedelissima et antiqua regione di Magna Grecia; overo Giapigia divisa in tre parti, cioè di Terra di Otranto, Terra di Bari et Puglia Piana’, (Venezia 1575), in cui il Rocca evidenzia i nomi delle città pugliesi citate.

Fra i disegni di città pugliesi custoditi nella biblioteca Angelica di Roma, abbiamo le piante prospettiche di  Barletta, Canosa, Manfredonia, Molfetta (datate nel cartiglio 1586); una pianta di Bitonto (datata 1561 disegnata dal bitontino Michelangelo Azzaro); una prospettiva di Laterza (metà XVI sec., disegnata da Pietro Antonio De Simone); un disegno prospettico di Bari (disegnato da Gaspare Honje, pittore fiammingo, a ricordare la folta presenza di tanti artisti provenienti dal Nord-Europa che tra il ‘500 e il ‘600 vennero in Italia per conto di grandi editori-cartografi dei loro paesi per ritrarre e disegnare città e paesi); la prospettiva di Giovinazzo (molto accurata e precisa) e quella di Trani. Vi sono poi tre disegni di Taranto, databili intorno al 1580: I. ‘Thopografia del sito di Taranto’; II. ‘Hicnografia di Taranto’; III. ‘Prospettiva della città di Taranto’. Di notevole interesse è la pianta prospettica di Foggia (foto 16), corredata da preziose annotazioni e verosimilmente realizzata all’epoca del viaggio del Rocca in Puglia nel 1583-84.

Una ‘Prospettiva di Maruggio della Religione di Malta’ chiude la serie dei disegni conservati nella biblioteca Angelica e riprodotti nel volume.  All’epoca del disegno, Maruggio era sede di un convento di Agostiniani, come si evince dalla carta ‘Provincia di Puglia degli eremiti di S. Agostino’, realizzata nel 1659 dal frate agostiniano  Lubin (1624-1695).

Nella carta di Lubin è presente anche ‘Casalis novj’.  Nella nostra Casalnuovo la comunità dei frati agostiniani era presente fin dal 1570, ospitati dapprima in una piccola cappella laddove oggi sorge la chiesa di San Leonardo. Successivamente il Magistrato dell’allora Università fece costruire un piccolo ‘Ospizio’ su due piani (attualmente adibito a rimessa) nel luogo oggi compreso tra l’ingresso della Chiesa e quello del Monastero, sulla via che si chiamò ‘S. Agostino’, nel quale i frati Agostiniani dimorarono per trentadue anni.

 









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