venerdì 17 maggio 2024

07/02/2024 09:35:09 - Manduria - Attualità

Uomo di grande cultura, padre Gregorio è noto anche per aver insegnato diverse discipline nei licei conventuali, dalle classiche a quelle scientifiche e per aver aiutato diversi studenti nei loro studi universitari

Si è tenuta nella bellissima chiesa dell’Immacolata la 5ª edizione manduriana della “Giornata Nazionale del dialetto e delle lingue locali” che ha voluto ricordare e far conoscere il manduriano padre Gregorio D’Ostuni vissuto nel secolo scorso. L’evento, quest’anno posticipato rispetto alla data ufficiale per motivi organizzativi, è stato organizzato dal gruppo degli “Amici del Fonte” di Manduria con la collaborazione di UNITRE e dall’arciconfraternita dell’Immacolata.

La serata, apprezzata e seguita dal numeroso pubblico presente nonostante il freddo, è stata aperta dal priore dell’arciconfraternita, Vincenzo Baldari, cui ha fatto seguito la presidente UNITRE, Maria Antonucci, che ha messo in evidenza come “la conoscenza delle lingue locali del dialetto non è soltanto una entità territoriale ma è qualcosa che ti fa sentire sicuro, forte in qualsiasi posto tu ti possa trovare. La conoscenza delle lingue locali non deve essere soltanto fine a se stessa ma deve essere soprattutto trasmessa alle nuove generazioni”.

Ha continuato, poi, padre Daniele Pichierri dei Frati Minori che ha delineato, sia pur brevemente, la vita e le opere di padre Gregorio D’Ostuni, Frate Minore, sacerdote nato a Manduria il 17 febbraio del 1911 e morto a Lecce il 19 agosto 1999. Uomo di grande cultura, noto non solo per i suoi componimenti scritti in vernacolo manduriano tra cui ricordiamo San Frangiscu (1977), Muddiculi (1979), Fra Eggitiu di Taràntu (1987), Pillicrinaggiu a santu Pietruti la macchja, ma anche per aver insegnato diverse discipline nei licei conventuali, dalle classiche a quelle scientifiche e per aver aiutato diversi studenti nei loro studi universitari. È noto anche sotto il profilo artigianale, infatti nel convento di Sant’ Antonio a Fulgenzio in Lecce si trovano diversi suoi lavori di notevole valore artistico.

La celebrazione della 5ª edizione manduriana è stata coordinata da Vincenzo Stranieri che ha ricordato quanto sia importante salvaguardare, valorizzare le nostre tradizioni, il nostro dialetto perché, come scriveva Ezra Pound “La tradizione è una bellezza da conservare”, soprattutto in questo periodo di globalizzazione in cui avanza quella cultura della cancellazione proveniente da oltreoceano che vuole massificare, livellare, distruggere le nostre tradizioni, la nostra storia.

La lettura dei diversi componimenti dell’autore è stata curata da Lucia Brunetti, Giuseppina Carruggio, Attilio Destratis, Liliana Digiacomo, Marisa Digiacomo, Gerry Libardi, Leonardo Libardi, Franco Lonoce, Rita Maiorano, Monica Mitrangolo, Maria Puglia, Nicola Tassielli.

La serata è stata vivacizzata da diversi intermezzi musicali eseguiti dal giovane musicista emergente Gabriele Lomartire.









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