mercoledì 16 ottobre 2024


26/03/2024 08:20:12 - Salento - Altri Sport

Ha stabilito 3 nuovi record del mondo nei 100, 200 e 400 metri cat. T72

Da “Tutto è possibile, se ci credi veramente” a “I limiti sono solo mentali” fino a “Mai Arrendersi”, non un semplice motto, ma un vero e proprio stile di vita.

In queste tre frasi è racchiusa tutta la grandezza, intrisa di profonda umiltà, di un uomo, un atleta, un sognatore, che non si ferma, mai, che non si lascia piegare dalle difficoltà della vita, che non arretra, neanche di un solo passo, di fronte ad una patologia cronica, degenerativa ed irreversibile.

Anzi, ogni giorno, addenta con forza, tenacia e determinazione, la vita, che ritiene un dono prezioso, da preservare sempre, valorizzandone appieno ogni istante.

Carlo Calcagni, Colonnello del Ruolo d’Onore dell’Esercito Italiano, l’uomo delle vittorie (in competizioni nazionali ed internazionali) e dei record, debutta con i fuochi d’artificio al World Para Athletics Grand Prix di Jesolo 2024, svoltosi dal 22 al 24 marzo presso lo stadio Armando Picchi, in contemporanea alla prima edizione del Campionato Mondiale Militare di Atletica paralimpica, organizzato dallo Stato Maggiore della Difesa con la collaborazione della Federazione Italiana Sport Paralimpici e Sperimentali (FISPES), sotto l’egida del Consiglio

Internazionale dello Sport Militare (CISM), si è svolto, infatti, il World Para Athletics Grand Prix – Italian Open Championships.

Il Colonnello del Ruolo d’Onore Carlo Calcagni ha debuttato ufficialmente nell'atletica paralimpica, in campo Internazionale, con la maglia del GSPD (Gruppo Sportivo Paralimpico della Difesa), con l’obiettivo di indossare, presto, la maglia della Nazionale.

Carlo Calcagni ha gareggiato, nella categoria T72, nelle seguenti gare: 400 metri, 100 metri, 200 metri.

Quasi 400 gli atleti in gara, provenienti da oltre cinquanta Paesi.

Ma l’uomo dalle imprese eccezionali, per le discipline in cui si è cimentato, è risultato senza ombra di dubbio Carlo Calcagni, che saluta Jesolo con un prezioso bottino: 6 medaglie d'oro. Calcagni è salito sul gradino più alto del podio in tutte le gare del Grand Prix Internazionale disputate e contestualmente ha vinto 3 medaglie d'oro in palio per il Campionato del Mondo Militare, stabilendo 3 nuovi record del mondo, nei 100, 200 e 400 metri, cat. T72.

Carlo Calcagni, con le sue imprese, ci ricorda l’importanza di un allenamento quotidiano ed uno stile di vita "sano", che sono alla base del successo.

Ma il suo messaggio, da Uomo dotato di una indiscussa forza di volontà e di una incrollabile fede, è di gran lunga più profondo.

Come ci tiene a sottolineare, in un clima di sana e corretta competizione:

«L’importante non è vincere. Conta molto di più avere l’opportunità di partecipare, soprattutto in competizioni che esaltano il valore dell’inclusione, in un’ottica di promozione e sviluppo della dignità della singola persona, che merita di essere valorizzata in ogni circostanza. È fondamentale mettere sempre il cuore, in ogni cosa che si fa, gareggiare dando il massimo e mettendosi alla prova in una continua sfida a migliorare se stessi, al di là dei propri limiti, Non è certo una gara volta ad umiliare l’avversario, salendo sul gradino più alto del podio, perché anche da qui assume un significato profondo poter guardare al cielo, pur conservando lo sguardo basso, in segno di rispetto ed umiltà, con un sentimento di gratitudine e riconoscenza verso chi da lassù guida e protegge i nostri passi. Le medaglie vinte acquistano maggior valore se condivise, anche con chi arriva ultimo. Non conta salire sul podio. Le mie sono vittorie frutto di un lavoro di squadra, come le piccole tessere di un mosaico che insieme compongono un capolavoro. Da qui ne scaturisce un sentimento di profonda gratitudine e riconoscenza per chi mi permette di gareggiare, di partecipare alle competizioni. Un grazie di cuore al mio infermiere Franco, il mio angelo custode che mi accompagna ovunque, mi sostiene e mi supporta. Un grazie ai medici, italiani e stranieri, che dimostrano costantemente i progressi della scienza, prendendosi cura del paziente anche dal lato umano. Un grazie immenso alla mia famiglia e a chi mi è accanto, ogni giorno, perché mi aiuta, mi supporta e mi incoraggia ad andare avanti. Dicono che io sia un faro capace di illuminare la strada di chi lotta contro le piccole grandi avversità della vita. In realtà sono un Uomo, con tutte le umane debolezze ed anch'io ho bisogno di supporto nei momenti di umana, comprensibile fragilità. Un grazie, infine, allo sport, che mi permette di sentirmi vivo, veramente, nonostante tutto e tutti. In tutto ciò, non posso non ricordare l'importanza dei valori più profondi che dovrebbero animare le nostre azioni, sportive e non. Le medaglie vinte acquistano maggior valore se condivise, anche con chi arriva ultimo. Non conta salire su podio. Conta condividere l’esperienza, vivere fino in fondo la passione per lo sport, sentire battere forte il cuore e avvertire l’adrenalina che scorre impetuosa nelle vene”».

La stessa passione e la stessa adrenalina che restituiscono linfa vitale al Colonnello Calcagni e gli permettono di “volare”, come un tempo, libero nell’azzurra immensità del cielo.











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