giovedì 02 maggio 2024

14/04/2024 10:02:44 - Manduria - Attualità

La commozione dell’ispettore superiore della Polizia di Stato in pensione Pietro Buccolieri, collega del giovane poliziotto morto, che si è speso per oltre un anno nella realizzazione di questo omaggio ad una Vittima del Dovere

Ieri mattina, alla presenza della massime autorità civili e militari della provincia di Taranto, si è svolta la cerimonia di inaugurazione del monumento ad Antonio Annarumma, Medaglia d’Oro al Valore Civile e Vittima del Dovere, il poliziotto morto a 22 anni in servizio. Alla cerimonia sono anche intervenute Carmelina Annarumma, sorella del poliziotto di origini campane morto a Milano il 19 novembre del 1969, e Annamaria Annarumma, nipote di Antonio (nella foto in alto, insieme a Pietro Buccolieri). A nobilitare la cerimonia, anche il dirigente del Reparto Mobile di Milano Paolo Barone e alcuni poliziotti dello stesso Reparto, a testimonianza dell’ancora vivo sentimento di rispetto e gratitudine che quel Reparto nutre nei confronti di Annarumma.

Alla cerimonia hanno preso parte, fra gli altri, il Questore di Taranto Massimo Gambino, il Prefetto di Taranto Paola Dessì, l’on. Giovanni Maiorano e il sindaco di Manduria Gregorio Pecoraro.

Particolarmente emozionante l’intervento dell’ispettore superiore della Polizia di Stato in pensione Pietro Buccolieri, collega del giovane poliziotto morto, che si è speso per oltre un anno nella realizzazione di questo omaggio ad una Vittima del Dovere.

«Antonio Annarumma è stata la prima Vittima del Dovere degli anni di piombo del terrorismo» ha ricordato Pietro Buccolieri. «Di fronte alla marea di dimostranti, durante uno sciopero generale nazionale, lui è stato un uomo con una identità precisa, che ha offerto la sua giovane vita per una Patria concreto, in un mondo in cui si voleva abbattere ogni argine e si negava ogni paternità.

Quel che avvenne in quel giorno del novembre del 1969 diede inizio a quella tremenda stagione del terrorismo, con il suo seguito di lutti e di sofferenze.

Noi oggi, a distanza di 54 anni dal suo sacrificio, vogliamo ricordare un uomo, un poliziotto, un servitore dello Stato, un esempio per i giovani colleghi e di stimolo a fare sempre di più. Il ricordo, quindi, è un dovere: significa raccoglierla sua eredità umana e professionale, per viverla in questo contesto storico.

Antonio aveva certamente, come tanti giovani, il desiderio di vivere in un mondo libero, di conoscere luoghi e gente nuova, di crearsi una famiglia e di regalare ai propri figli una società più giusta. Ma una mano assassina, ancora sconosciuta, stroncò la giovane vita e tutti i suoi sogni.

Annarumma c’era, perché doveva esserci. Era un giovane che, interpretando la sua vita come un servizio, si è fatto avanti con il suo automezzo di Polizia di fronte al brutale attacco di un migliaio di aggressori, infiltrati tra i dimostranti, armati di pesanti tubi di ferro.

Nel mentre si disponeva a “carosello”, secondo le istruzioni antiguerriglia, per disperdere gli infiltrati aggressori, veniva colpito a morte da un pesante tubo di ferro lanciato con violenza da uno degli aggressori, rimasto ignoto.

Con grande spirito di servizio, immolava così la propria giovane vita al solo fine del bene comune, della nazione e per la libertà di tutti noi.

In quelle giornate di tensione sociale e insicurezza si sono trovati coinvolti i giovani del 3° Reparto Celere di Milano, con un pesantissimo bilancio di feriti e di un morto, il coraggioso Antonio Annarumma.

Grazie Antonio, fratello eroe, veglia sempre su tutti i colleghi durante lo svolgimento del servizio di ordine pubblico».

Pietro Buccolieri ha poi ricevuto l’invito dal dirigente del Reparto Mobile di Milano Paolo Barone a partecipare, il 19 novembre prossimo, alla cerimonia che si svolgerà nel capoluogo lombardo per il 55esimo anniversario della morte di Antonio Annarumma.









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