Un riassetto veloce all’uniforme, un’istantanea lucidatura agli scarponcini e l’aviere era già al cospetto dell’ufficiale
Una squadriglia di biplani Fiat 32 e Fiat 42, appartenenti al 13° Gruppo da caccia, era già in attività dall’alba. Questi velivoli monoposto erano stati ampiamente utilizzati nel corso della guerra, soprattutto durante le prime operazioni, rivelandosi efficaci sia negli attacchi al suolo sia negli scontri aerei con la RAF. Le operazioni belliche erano ormai nel vivo e, sull’aeroporto, il lavoro era frenetico.Negli hangar, gli armaioli controllavano le mitragliatrici sincronizzate Breda-SAFAT da 7,7 e 12,7 mm montate sui velivoli in assetto da combattimento, mentre sulla pista un andirivieni di meccanici, piloti e specialisti, ognuno con le proprie mansioni, era intento a svolgere il proprio lavoro.
Quel mattino, Gregorio sembrava smarrito. L’attendente Malavoti gli aveva appena comunicato di presentarsi immediatamente dal comandante della base. Il motivo della convocazione gli era sconosciuto.«Pasetti», gli annunciò Malavoti, un fisico da atleta, volto fine dai lineamenti nordici e un’aria da dongiovanni, «devi andare a rapporto dal capo, che stamattina appare alquanto adirato… Lavata di testa, Pasetti?» immaginò l’attendente.«Ti ringrazio, Malavoti», rispose l’aviere senza aggiungere altro.
Ecco! Come pensavo, mi puniranno. Che ne sarà di me? Passerò il resto della guerra in una cella di rigore!si ripeteva afflitto l’uomo, pervaso da un improvviso accaloramento cutaneo e da una subitanea accelerazione del battito cardiaco. Quella donna…! È accaduto ciò che temevo…! si tormentava. Un rapido riassetto all’uniforme, un’istantanea lucidatura agli scarponcini, e l’aviere era già al cospetto dell’ufficiale.
«Comandi, signor comandante!» si presentò l’uomo entrando nell’ufficio, battendo i tacchi ed esibendo, con perfetto sincronismo, il saluto militare, portando la mano destra alla visiera.«Venga avanti, aviere Pasetti», sentì quella voce greve penetrargli nei padiglioni auricolari. «Ma lo sa che siete un soldato fortunato?» aggiunse il comandante con un tono più morbido. «Mi è giunto un telex da Roma che riguarda proprio voi. Può preparare il suo zaino: domani parte per l’Italia. Raggiungerà l’Ufficio Autonomo Gestioni Speciali della Regia Aeronautica, Decimo Reggimento Avieri. Buona fortuna! Adesso può andare.»
Il superiore fu stringato nel comunicargli quella inaspettata destinazione e notizia.
«Agli ordini, signor comandante!» rispose sorpreso Gregorio, congedandosi dal suo superiore. Per l’emozione, non stava più nella pelle e ciò che gli era stato comunicato gli sembrava quasi irreale.
Walter Pasanisi