domenica 22 giugno 2025


15/05/2025 07:50:48 - Salento - Attualitą

«Lo Stato deve iniziare a tutelare le vittime e non gli assassini. A nome di tanti genitori, come me, che viviamo il vero ergastolo nella vita, mi aspetto una giustizia vera e autentica per le nostre figlie»

La signora Imma Rizzo, madre di Noemi Durini, la ragazza salentina assassinata alcuni anni fa dal fidanzato, interviene, attraverso un post, nel dibattito aperto dopo la notizia della donna uccisa a Milano da un uomo che si era già macchiato del reato di femminicidio. Ecco il testo.

«Basta benefici penitenziari e permessi premio per chi si macchia di reati efferati come un femminicidio.

Sono Imma Rizzo la mamma di Noemi Durini. Noemi aveva 16 anni quando il 3 settembre 2017 veniva picchiata, accoltellata e sepolta viva da Lucio Marzo.

L’assassino di mia figlia, nonostante una condanna a 18 anni e 8 mesi, dopo soli TRE ANNI, iniziava a beneficiare dei permessi premio con la possibilità di tifare allo stadio, di partecipare ad un battesimo, di frequentare una ragazza. Nonostante il suo rientro in carcere positivo ai cannabinoidi, continuava a a beneficiare di permessi premio.

Nell’agosto del 2023 l’assassino, Lucio Marzo, veniva fermato ubriaco alla guida di una auto, stava beneficiando dell'ennesimo permesso premio. Questa è una vergogna per mia figlia. Noemi è sottoterra e io me la piango tutti i giorni al cimitero, il suo assassino faceva villeggiatura in Sardegna.

Nonostante il trasferimento punitivo presso il carcere di Bollate, continuava ad essere premiato con la partecipazione al concerto di Lazza.

E’ così che vengono rieducati i detenuti? Come funziona? Sbagliano e vengono premiati? Una vergogna per mia figlia Noemi e un altro dolore come mamma, come se mia figlia fosse stata uccisa la seconda volta dallo Stato. Ecco perché, da due anni, urlo la mia indignazione e chiedo a gran voce, l'abolizione di tutti i permessi permessi premio per chi si macchia di reati efferati come un femminicidio.

Ed oggi la notizia di un'altra vittima, uccisa da un assassino libero grazie ad permesso lavorativo mi riempie il cuore di dolore. Soprattutto apprendere che l’assassino era recluso presso il carcere di Bollate per un altro femminicidio commesso nel 2016 a Castel Volturno, in provincia di Caserta, dove aveva ucciso una donna. Chi ha valutato, anche in questo caso, la sua pericolosità sociale? Chi ha concesso questo permesso lavorativo che ha portato un'altra vittima? Chi ha sbagliato deve assumersi le proprie responsabilità. Questo lo Stato che dovrebbe tutelarci e proteggerci?

A nome di tanti genitori, come me, che viviamo il vero ergastolo nella vita, mi aspetto una giustizia vera e autentica per le nostre figlie. Basta permessi. Devono scontare tutta la loro pena in carcere. Li volete rieducare? In carcere! Basta mettere in pericolo la vita di altre donne mettendo fuori questi crudeli assassini.

Con il mio avvocato, Valentina Presicce, abbiamo depositato presso il Ministero della Giustizia una proposta di legge “Noemi Durini” per abolire tutti i PERMESSI PREMIO e i benefici penitenziari, per chi si macchia di reati efferati come il femminicidio. Lo Stato deve iniziare a tutelare le vittime e non gli assassini. Condividiamo tutti insieme questa proposta di legge..continuano tutti insieme, a FARE RUMORE perché è assurdo concedere “premi” o “regali” a crudeli e lucidi assassini. Sono le vittime e le famiglie che dovrebbero ricevere tutela, dignità e Giustizia e questa non è giustizia perchè non è giusto che gli assassini possano ricevere tutele maggiori di famiglie a cui sono stati strappati i loro cari per sempre.

Io chiedo GIUSTIZIA per mia figlia Noemi e per tutte le donne che avrebbero meritato un finale diverso».











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