Il progetto espositivo mette in dialogo due anime complementari della sua produzione artistica. Da un lato, la dimensione meditativa del mosaico, realizzato con frammenti ceramici scrupolosamente sagomati e dal vivace cromatismo. Dall’altro, la dimensione performativa della pittura, eseguita su carta durante eventi dal vivo, in relazione con la musica, il ritmo e la scena
Mosaici e carte dipinte è la mostra personale che il Museo Sigismondo Castromediano e la biblioteca Barnardini dedicano all’attività dell’eclettico artista pugliese OrodèDeoro.
La mostra, a cura di DanieleTorcellini, aperta al pubblico venerdì 23 maggio, si sviluppa nelle due sedi leccesi del Polo Biblio-museale emblematiche e rappresentative della cultura salentina e pugliese – dove l’opera dell’artista trova corrispondenze tematiche e risonanze simboliche, tra passato e contemporaneità, tra gesto e materia.
Il progetto espositivo – in nome della ricerca comune per favorire il dialogo tra antico e contemporaneo – si inquadra nell'ambito dell’accordo di collaborazione tra il Museo Castromediano e il MAR Museo d’Arte della città di Ravenna, punto di riferimento per la valorizzazione del patrimonio artistico della città romagnola e per la promozione dell’arte contemporanea. Un ruolo centrale è svolto dalla sezione che il MAR dedica al mosaico moderno e contemporaneo, con una collezione di opere di artisti che hanno reinterpretato questa antica tecnica in chiave innovativa.
La realizzazione della mostra è sostenutada Level Project.
La mostra “Mosaici e carte dipinte”
Le testimonianze storiche, artistiche e archeologiche custodite nel museo Castromediano e nella biblioteca Bernardini invitano a rivolgere lo sguardo verso il territorio e le ricchezze culturali che ne hanno caratterizzato la storia, remota e recente, adottando due chiavi di lettura con cui inquadrare la pratica artistica di OrodèDeoro: manifattura e performatività. Il progetto espositivo mette così in dialogo due anime complementari della sua produzione artistica. Da un lato, la dimensione meditativa del mosaico, realizzato con frammenti ceramici scrupolosamente sagomati e dal vivace cromatismo. Dall’altro, la dimensione performativa della pittura, eseguita su carta durante eventi dal vivo, in relazione con la musica, il ritmo e la scena.
A partire da essenziali disegni preparatori, nelle opere musive l’artista agisce sulla materia, tagliando e ricomponendo, nello spazio solitario del suo studio e nel tempo lungo che il mosaico richiede, lasciando che siano i materiali stessi a guidarlo nel percorso da seguire.
La performatività dell’azione pittorica, dalla gestualità istintiva, immediata e vibrante, caratterizza invece le opere su carta, realizzate calcando i palchi di scena, accanto a musicisti, poeti e attori, in un dialogo multidisciplinare con performance di cui i gesti e le opere dell’artista divengono contrappunti visivi. Al rito apollineo, costruttivo e introspettivo del mosaico, con cui l’artista esprime il proprio immaginario, fatto di simboli, ritratti, autoritratti, ricordi, riferimenti alla letteratura o alla mitologia, si affianca il rito dionisiaco, gestuale ed estroverso della pittura performativa, dedicata alla rappresentazione tormentata della figura umana. L’intensità espressiva e la libertà nell’esplorare forme e colori in chiave tanto personale quanto memore delle avanguardie artistiche di primo Novecento accomunano le due anime – musiva e pittorica – dell’attività di OrodèDeoro.
L’allestimento della mostra si configura come un percorso doppio che attraversa non solo le pratiche e le visioni dell’artista, ma anche i due luoghi espositivi, conducendo i visitatori e le visitatrici dal tempo lungo e silenzioso della composizione musiva – in mostra al Museo Castromediano, in dialogo diretto con il patrimonio archeologico dell’antichità – al tempo istantaneo e teatrale della pittura gestuale – esposta nella biblioteca Bernardini, ex convitto Palmieri, luogo denso di memorie e riferimenti alla scena sperimentale novecentesca. Gli spazi del Convitto conservano infatti gli archivi dell’attore, regista, drammaturgo, scrittore e poeta Carmelo Bene e del regista Eugenio Barba, fondatore dell’OdinTeatret.