I furti non solo offendono la memoria dei defunti, ma calpestano anche la dignità di chi ogni giorno si reca lì per portare un fiore, dire una preghiera o semplicemente fare visita ai propri cari

I furti al cimitero continuano nel silenzio generale.
A segnalarlo, ancora una volta, sono i nostri lettori. In un caso è stata rubata una scala che era legata con una catena: è stata smontata con una meticolosità impressionante da chi (o coloro) che evidentemente non teme (o temono) di essere scoperti.
Vasi e oggetti sacri rubati, statue trafugate, fiori spariti nel nulla: uno stillicidio silenzioso che si consuma sotto gli occhi di tutti, ma che sembra non interessare a nessuno.
Il dolore di perdere una persona cara è già abbastanza profondo. Dover constatare che nemmeno il luogo in cui riposa è rispettato, è una ferita che si riapre ogni volta. Ci si domanda come sia possibile che in un paese civile e in un luogo che dovrebbe essere simbolo di raccoglimento, memoria e rispetto, si debba invece fare i conti con il degrado, l’abbandono e la totale mancanza di sorveglianza.
Il cimitero non è solo un luogo fisico. È un simbolo, un patrimonio di memoria collettiva che appartiene a tutti noi. Se permettiamo che venga violato impunemente, allora stiamo rinunciando a una parte della nostra umanità.
Ecco dunque la proposta: perché non installare delle video-camere?
È ora che si agisca. In nome del rispetto e della memoria.

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