venerdì 05 dicembre 2025


18/08/2025 11:37:05 - Manduria - Attualità

«Le torri eoliche andranno a imporre la loro massiccia presenza su tutte le masserie storiche che si trovano nell’area dell’impianto»

Riceviamo, e pubblichiamo, un comunicato della sezione di Manduria di Archeoclub e dell’associazione Artilibrio. Ecco il testo.

«Una nuova minaccia, e ben più grave, sembra profilarsi per l’area del Primitivo DOCG, oltre quella dei 22 aerogeneratori, già da noi segnalata, del progetto “Sava-Maruggio”, proposto dalla Red Energy.

Consultando il portale del MASE (Ministero dell’ambiente e della transizione energetica), apprendiamo che presso il Consiglio dei Ministri si trova in fase istruttoria per l’ottenimento della VIA (valutazione di impatto ambientale) il progetto di parco eolico denominato “Manduria”, con ben 16 torri eoliche, tutte in territorio di Manduria, ad est sud-est della città, là dove si trova la gran parte dei vigneti di qualità.

L’impianto industriale, proposto dalla Manduria-Oria Wind Energy S.r.l., si sviluppa a destra e a sinistra della via per Lecce e a destra e a sinistra della via per Avetrana, andando a lambire la via per S. Pietro in Bevagna. Le torri eoliche, con i loro 207 metri di altezza, andranno a imporre la loro massiccia presenza su tutte le masserie storiche che si trovano nell’area dell’impianto: Sorani-Dimitri, Ripizzata, Eredità, Gian Angelo, Lo Monte, Sinfarosa, Li Reni, Le Saette, Potenti, Le Monache, Campanella, Surani Grande, Torre Bianca Piccola; sulle casine La Lella e Paduli, sul nuovo stabilimento Fino, sulla contrada la Pigna.

Senza tener conto della vicinanza con gli altri aerogeneratori del parco “Sava -Maruggio”,e del conseguente effetto selva, citiamo i casi più eclatanti (le torri sono indicate con le lettere MM seguite da un numero):

Masseria Gian Angelo, a circa 200 metri da MM08; Masseria Ripizzata, a circa 900 metri da MM04, MM05, MM06; Masseria Eredità, a circa 700 metri da MM03, MM06, MM07; Masseria Lo Monte, a circa 700 metri da MM7 e a circa 1 km. da MM03; Masseria Ruggianello, a circa 300 metri da MM14, a circa 600 metri da MM11, a 800 da MM13, a 900 m. da MM15.

L’area dell’intervento dista circa 1,2 Km. dal centro di Manduria; il Parco Archeologico si troverà a circa 2 Km. da MM04; l’insediamento messapico di Castelli verrà a trovarsi a circa 1,8 Km. da MM13 e a circa 1,6 km. da MM14. Decine sono i siti di importanza archeologica che rischiano di essere compromessi, già in fase di cantiere.

Occorre riflettere sul fatto che l’area di intervento sarà sconvolta e trasformata in maniera permanente: al posto di un territorio rurale, con precisa destinazione agricola, ci troveremo in presenza di un territorio industriale, con alta concentrazione di impianti di produzione di Energia da Fonti Rinnovabili: eolico, fotovoltaico, agrivoltaico; si apriranno nuove strade, si modificherà il tracciato di quelle esistenti, saranno consumate decine di ettari di suolo agricolo coltivato per la realizzazione delle piazzole in dotazione alle torri e delle aree di cantiere.

Ricordiamo che la Soprintendenza Speciale per il PNRR Nazionale, nella persona del Soprintendente dott. Luigi La Rocca, avendo acquisito i pareri delle Soprintendenze di Taranto e di Brindisi e Lecce, ha espresso parere contrario al progetto. Va, inoltre, ulteriormente segnalato che la collocazione delle torri viola la normativa europea, nazionale e regionale in materia, la quale prevede che le stesse debbano sorgere lungo i viali d’accesso alle zone produttive, nelle aree di pertinenza di lotti industriali e in prossimità di bacini estrattivi, non certo a ridosso di risorse agricole, storico-architettoniche, archeologiche e paesaggistiche di rilievo.

Per questi motivi, chiediamo che le autorità locali e regionali mettano urgentemente in campo provvedimenti amministrativi adeguati in opposizione al progetto “Manduria”, per come è attualmente previsto. Contestualmente, chiediamo ai parlamentari eletti in questo territorio di intervenire subito con gli strumenti a loro disposizione (non ultimo la mediazione politica), al fine di salvaguardare il paesaggio e l’economia della loro terra.

Riteniamo, infatti, che l’eolico selvaggio possa costituire una pietra tombale su ogni prospettiva di sviluppo sostenibile del territorio, legato al turismo, all’agricoltura di qualità, all’enogastronomia, alla valorizzazione dei beni archeologici e storici. Senza contare che il valore di terreni e fabbricati, nell’area e nelle immediate vicinanze, subirà un inevitabile deprezzamento».

 

(foto d'archivio, ndr)