Giancarlo Parisi, presidente provinciale dell’ANCR: «Catturati e trasportati nei diversi Stalag tedeschi dislocati in tutta Europa, alla richiesta di collaborare con il regime nazifascista risposero con un secco NO, no che per molti di loro significò morte mentre per altri significò soprusi, angherie, stenti fino al 1945 anno in cui furono liberati tutti i campi»

Nel salone di rappresentanza della Prefettura di Taranto si è svolta ieri la cerimonia per la “Giornata degli internati italiani nei campi di concentramento tedeschi durante la Seconda Guerra Mondiale”, istituita con legge 6 del 2025.
Ventisei Medaglie d’Onore alla memoria, concesse dal Presidente della Repubblica, sono state consegnate ad altrettanti cittadini della provincia di Taranto (di cui ben 19 di Avetrana), deportati e costretti al lavoro coatto nei lager nazisti.
Alla cerimonia hanno preso parte autorità civili, religiose e militari, associazioni combattentistiche e studenti del Conservatorio “Paisiello” che hanno eseguito brani musicali, tra cui Schindler's list.
«Un caloroso saluto ai familiari dei 26 cittadini - ha dichiarato il prefetto Paola Dessì - cui il Presidente ha concesso le medaglie.
L’istituzione della Giornata non è un contenitore vuoto, ma l’occasione per costruire una memoria collettiva dei principi su cui si fonda la nostra democrazia».
Gli altri sette internati insigniti con la Medaglia d’Oro erano di Taranto, Grottaglie, Ginosa, Manduria, Palagianello e Sava.
«Ieri, 20 settembre, per la prima volta viene celebrata la giornata dedicata agli Internati Militari Italiani nei campi di concentramento tedeschi durante la Seconda Guerra Mondiale» è riportato in un post di Giancarlo Parisi, presidente provinciale dell’Associazione Nazionale Combattenti e Reduci.
«La data scelta (20 settembre) non è una data casuale: infatti in questo giorno ad oltre 650.000 soldati italiani fu cambiato lo status da prigioniero di guerra, sancito dalla convenzione di Ginevra, ad internato militare.
Catturati e trasportati nei diversi stalag tedeschi dislocati in tutta Europa, alla richiesta di collaborare con il regime nazifascista risposero con un secco NO. No che per molti di loro significò morte, mentre per altri significò soprusi, angherie, stenti fino al 1945, anno in cui furono liberati tutti i campi.
Quel secco NO urlato a gran voce è la prima resistenza senza armi.
A tutti questi uomini, valorosi eroi deve andare tutto il nostro riconoscimento e ieri in Prefettura a Taranto, al cospetto del Prefetto del capoluogo jonico Paola Dessì, abbiamo reso il giusto omaggio».
Questo l’elenco degli internati originari di Avetrana e i nomi dei familiari che hanno ritirato la medaglia:
Insignito Antonio Addabbo e ha ritirato la medaglia il figlio Nicola Addabbo
Insignito Giovanni Caraccio ritira il figlio Antonio Luigi Caraccio
Insignito Italo Emanuele Chetta ritira il figlio Cosimo Leonardo Chetta
Insignito Cosimo Clarizia ritira la nipote Cinzia Dimitri
Insignito Cosimo Colucci ritira il figlio Biagio Colucci
Insignito Luigi Cucci il figlio Pietro, impossibilitato a venire, ha delegato Parisi Giancarlo al ritiro.
Insignito Giovanni Di Gironimo, il nipote ha delegato il padre Cosimo al ritiro
Insignito Cosimo Gianfreda ritira il figlio Pietro Damiano Gianfreda
Insignito Giovanni Giangrande ritira il figlio Salvatore Giangrande
Insignito Raffaele Giangrande ritira il figlio Aldo Fernando Giangrande
Insignito Francesco Lacala ritira la nipote Palma Lacala
Insignito Leonardo Manna ritira la sorella Lucia Manna
Insignito Pancrazio Marasco ritira il nipote Pancrazio Marasco
Insignito Giovanni Nigro, il figlio Antonio ha delegato il nipote al ritiro
Insignito Leonardo Pertoso ritira il nipote Francesco Paolo Mero
Insignito Vito Prisciano ritira il figlio Antonio Palmo Prisciano
Insignito Ippazio Rosario Specchio ritira la figlia Crocefissa Specchio
Insignito Pasquale Totaro ritira il figlio Carmelo Totaro
Insignito Antonio Pesare, ritira il figlio Alceste Pesare



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