«Quest’occasione si perde quando il dibattito politico si concentra su personalismi o promesse irrealistiche invece che su programmi concreti e sostenibili, che partono da una analisi reale dei bisogni del territorio e delle opportunità mai sinora colte»

In un territorio che soffre (la crisi della vitivinicoltura sta mettendo in ginocchio un comparto che per anni ha sostenuto l’intera economia), in cui la mancanza cronica di vere opportunità lavorative induce i giovani ad andare via e che deve fare i conti, ogni giorno, con le emergenze ambientali (nauseabondi odori che ammorbano quasi ogni sera l’aria e discariche la cui volumetria sembra non debba esaurirsi mai…), le elezioni Regionali possono davvero costituire un’occasione di riscatto?
Abbiamo posto questa domanda a Salvatore Fanuli, da sempre impegnato nella politica attiva (in prima fila in diverse importanti vertenze territoriali) e nel sociale,
«Il voto può trasformarsi in una leva di cambiamento, a patto, però, che venga esercitato con consapevolezza» la premessa di Salvatore Fanuli. «Ma quest’occasione si perde quando il dibattito politico si concentra su personalismi o promesse irrealistiche invece che su programmi concreti e sostenibili, che partono da una analisi reale dei bisogni del territorio e delle opportunità mai sinora colte.
Ecco, ciò che si coglie da questa campagna elettorale è proprio questo: 8 candidati manduriani in lizza, ma non si discute seriamente dei problemi del territorio, ma la campagna elettorale verte su facce e impegni che non hanno nessun legame con le dinamiche della Regione».
Fanuli esplica più chiaramente questo concetto, soffermandosi su tematiche di grande attualità a Manduria, sulle quali la Regione ha avuto ed ha ancora delle competenze, sulle quali non si è mai chiesto realmente conto.
«Partiamo dal depuratore: è sicuramente uno strumento di civiltà, ma non saremo mai al riparo dei rischi legati al malfunzionamento se non si pretenderà e si otterrà un reale controllo da remoto. La pericolosità è infatti legata all’eventuale mancata manutenzione dell’intero impianto. Inoltre, anche l’ubicazione è sbagliata: cosa accadrà quando sarà realizzato il progetto della strada regionale 8, con il relativo ampliamento della carreggiata? Bisognerà espropriare tutto il terreno dall’altra parte della strada?
Non solo. Bisognerebbe battersi per ricavare dal depuratore energia: in questo momento di acuta crisi idrica, bisognerebbe poter riutilizzare per fini irrigui l’acqua depurata. Le trincee drenanti, in tal senso, non servono nulla, se non a creare acquitrini e quindi aree colme di insetti».
C’è poi un altro aspetto importante legato al depuratore.
«Abbiamo il depuratore, ma la fogna lungo la marina? Davvero dobbiamo attendere sino al 2036 per vedere iniziare i lavori? Almeno questo ci è stato promesso da Aqp. La gestione di AQP dovrà essere privatistica?».
Salvatore Fanuli auspica, poi, di fermare definitivamente gli ampliamenti delle discariche.
«I rifiuti devono diventare una risorsa. Ciò non può avvenire se si pensa solo ad ampliare le discariche in cui stoccarli. Va invece potenziata la raccolta differenziata».
Un altro tema che è legato alle politiche regionali: la sanità.
«Era stato promesso un piano di rilancio del Giannuzzi, il cui pronto soccorso, nel periodo estivo, deve far fronte alle emergenze di una popolazione decuplicata, andando in tilt. Bisogna garantire una maggiore presenza di punti di primo soccorso. Inoltre, sempre in tema di sanità, andrebbero ridisegnati i modelli di appalti in questo settore se si intende riqualificare la spesa».
Poi Fanuli ricorda un progetto presentato e mai decollato.
«In tema di energia, vi fu, in avvio dell’attuale consiliatura, la proposta di costituire una coop di comunità, simile a quella esistente a Melpignano. Il progetto fu presentato, ma poi non abbiamo avuto più notizie».
Infine Salvatore Fanuli si sofferma su uno strumento fondamentale per il coordinamento degli strumenti di sostegno per le fasce sociali più deboli.
«L’Ambito Territoriale va rilanciato. Rappresenta un momento di partecipazione democratica di sette Comuni, ma non deve restare uno strumento sterile».
Le elezioni Regionali possono, insomma, diventare l’occasione per costruire un futuro più giusto e sostenibile, ma solo se la politica saprà offrire progetti credibili e la cittadinanza saprà coglierli. Da un lato, ovvero, i cittadini hanno il potere di chiedere scelte coraggiose e di premiare la competenza; dall’altro, la politica ha il dovere di offrire risposte chiare e progetti concreti.

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