Il progetto non incontra il favore dell’associazione per ragioni di metodo e di merito. Ecco le proposte alternative

L’Archeoclub di Manduria ha inviato all’Amministrazione comunale le proprie osservazioni in merito al progetto di riqualificazione della piazza delle Perdonanze in S. Pietro in Bevagna, presentato alla cittadinanza in sala consiliare.
«Ciò che preliminarmente non si condivide è la mancanza di un coinvolgimento preventivo dei cittadini, ogni qualvolta si decida di mettere mano a modificazioni dello stato di luoghi di interesse storico, in cui si delinea il volto di una città e in cui si sono stratificate memorie e tradizioni, che formano l’identità di una comunità» è riportato in un comunicato di Archeoclub Manduria.
«E’ già avvenuto troppe volte nella nostra città, con esiti miserandi, perché si debba continuare sulla stessa strada. A maggior ragione a proposito di un sito come piazza delle Perdonanze, sede di un santuario e di un luogo di culto tra i più antichi dell’intera cristianità, così profondamente radicato nel cuore dei manduriani. Una riqualificazione di tale luogo, volendo renderlo più funzionale rispetto ad esigenze, legittime, di richiamo turistico, richiederebbe una riflessione più approfondita ed un confronto con ipotesi ed esperienze qualificanti, quali avrebbe consentito, ad esempio, un concorso di idee, bandito a livello sufficientemente ampio.
Nel progetto in esame risultano invece del tutto mortificati tanto il santuario, risalente almeno al VI/VII sec., quanto la torre cinquecentesca, edificio di magnifica fattura, sicuramente la più bella e nobile tra tutte le torri costiere del Salento. Tali monumenti risulterebbero del tutto mortificati e soffocati dalla vicinanza di campetti da gioco, gazebo e quant’altro, quando invece necessiterebbero di uno spazio circostante tale da consentirne una visuale prospettica. Ci sembra inoltre inconcepibile che si metta mano ad una trasformazione della piazza, senza preventivamente intraprendere il recupero strutturale e funzionale della torre, di cui da tempo segnaliamo l’urgenza.
Una piazza non è uno spazio vuoto che ci si possa sbizzarrire a riempire con strutture sportive e commerciali che non si è in grado di programmare altrove: è luogo di incontro e di sosta, di scambio e di confronto, di partecipazione e di esperienza. Sbagliato ai nostri occhi eliminare la struttura semicircolare a gradinate ora presente, che consente appunto tanto l’aggregazione spontanea quanto la realizzazione di eventi culturali ed artistici.
Concludendo, abbiamo chiesto che il progetto in questione sia sottoposto ad un completo rifacimento. Nel caso in cui ciò non si possa o non si voglia fare, abbiamo chiesto all’Amministrazione che vengano almeno prese in considerazione le seguenti modifiche.
- Evidenziare e valorizzare lo spazio antistante la chiesa per l’accoglienza dei fedeli, numerosi soprattutto in estate, garantendo la ricezione visiva ed acustica delle funzioni religiose, con eventuale creazione di una barriera arborea ad est, a schermo delle attività che si svolgessero nella piazza.
- Creare un punto di interesse archeologico, mettendo in evidenza, sia pure parzialmente, i resti di monasteri e necropoli medievali, venuti alla luce negli scavi del 2003/2004.
- Abolire del tutto il campetto, presumibilmente da basket, contiguo alla torre.
- Conservare e possibilmente ampliare la struttura semicircolare a gradinate attualmente presente, che consente momenti di aggregazione spontanea, nonché eventi e spettacoli, senza dover ricorrere a temporanee strutture mobili.
- Lasciare libera la parte centrale della Piazza, eliminando del tutto la presenza di gazebo, destinati presumibilmente ad attività di commercio minuto, o, in alternativa, collocarli in posizione marginale.
- Valorizzare con adeguati spazi ed illuminazione i monumenti, santuario e torre, presenti. Conservare nella sua attuale collocazione la pietra fittile porta-Croce».

Condividi