Hanno relazionato Clemente Magliola, Giuseppe Pio Capogrosso, Luciano Cavallone e Giovanni Sammarco

Ecco il resoconto dell’attività di formazione e informazione che l’associazione Plinio il Vecchio ha tenuto la scorsa settimana.
L’elenco dei relatori e l’argomento dei loro interventi:
- Martedì 18 novembre: dr. Clemente Magliola: “Le piante: resistenza e resilienza…. fino a che punto?”
- Mercoledì 19 novembre: avv. Giuseppe Pio Capogrosso: “La città risparmiata: Il ciclone del 1897 ed il senso del destino comune”
- Giovedì 20 novembre: avv. Luciano Cavallone: “Il diritto di vivere e di morire: aspetti giuridici ed etici”
- Venerdì 21 novembre: prof. Giovanni Sammarco: “Natura e dignità morale dell’uomo in poesia” – 2ª
L’avvocato Cavallone nel suo intervento, ha illustrato gli artt. 579 e 580 del C.P.
Art. 579: “Chiunque cagiona la morte di un uomo, col consenso di lui, è punito con la reclusione da sei a quindici anni.
Non si applicano le aggravanti indicate nell'articolo 61. Si applicano le disposizioni relative all'omicidio se il fatto è commesso:
- contro una persona minore degli anni diciotto;
- contro una persona inferma di mente, o che si trova in condizioni di deficienza psichica, per un'altra infermità o per l'abuso di sostanze alcooliche o stupefacenti;
- contro una persona il cui consenso sia stato dal colpevole estorto con violenza, minaccia o suggestione, ovvero carpito con inganno” ……….
Art. 580: “Chiunque determina altri al suicidio o rafforza l'altrui proposito di suicidio, ovvero ne agevola in qualsiasi modo l’esecuzione, è punito, se il suicidio avviene, con la reclusione da cinque a dodici anni. Se il suicidio non avviene, è punito con la reclusione da uno a cinque anni, sempre che dal tentativo di suicidio derivi una lesione personale grave o gravissima. Le pene sono aumentate se la persona istigata o eccitata o aiutata si trova in una delle condizioni indicate ai numeri 1 e 2 dell’articolo precedente. Nondimeno, se la persona è minore di anni quattordici o comunque è priva della capacità di intendere o di volere, sì applicano le disposizioni relative all’omicidio.
Il relatore, ha spiegato, sapientemente, la differenza tra l’uno e l’altro articolo, articoli che comunemente vengono confusi con l’Eutanasia che è ben altra cosa.
Ha successivamente illustrato che ha seguito di quesiti di PM in merito al “suicidio” ed a prese di posizioni di varie Associazioni, Comunità ed Attivisti, la Corte Costituzionale con sentenza del 25 settembre 2019, n. 242 ha dichiarato l’illegittimità costituzionale dell’art. 580 del C.P., nella parte in cui non esclude la punibilità di chi, con le modalità previste dagli artt. 1 e 2 della legge 22 dicembre n. 219 del 2017 (Norme in materia di consenso informato anticipate di trattamento)
Ha poi concluso che si tratta di una questione molto complessa e che sarà trattata e sviluppata nei prossimi incontri.
A seguire la proiezione del film per il Cineforum.
Venerdì scorso ha relazionato il prof. Giovanni Sammarco sul tema “Natura e dignità morale dell’uomo in poesia” – Parte 2ª
L'incontro di venerdì, il secondo, ha ribadito le linee guida che saranno seguite durante l'intero anno. La nobiltà dell'uomo in mezzo a tutti gli altri esseri della natura è stata ribadita, e da essa vien fuori la protesta dello stesso uomo quando la sua vita è piena di ostacoli e caratterizzata da una profonda infelicità e da una immensa solitudine. Il raffronto con i verdi 45/59 del Passero solitario di Leopardi conferma le due diverse nature. La solitudine per il passero solitario è insita nella sua stessa natura, e quindi non ha da lamentarsi della sua vita. Diversamente l'uomo, destinato nobile vita, è costretto ad invocare la morte come termine dei suoi mali. La morte titanica è stata commentata con alcuni versi della tragedia Saul di Vittorio Alfieri. In essi emergono solitudine e angoscia del re nel decisivo momento della lotta. contro i Filistei. Egli sospetta di tutti, persino di Davide, l'unico che con i suoi canti riesce a rasserenarlo. Ma la disperazione e la follia di Saul raggiungono il culmine, e nell'intento di riaffermare i suoi diritti, si arma e va incontro alla morte, scegliendone però le modalità. È re e pretende di morire da te. Non rinuncia alla vita ma forte riaffermazione di un suo diritto ad una esistenza più degna. Sin dal sesto secolo a. C. la conoscenza della. Natura e delle sue leggi ha caratterizzato il pensiero dell'uomo. Filosofi detti naturalisti rimanevano estasiati di fronte alle sue manifestazioni. Riflettevano per esempio sulle trasformazioni dell'acqua in vapore, in pioggia, in nebbia, grandine, ghiaccio e volevano conoscerne l'archè, dando vita al mito prima e alla filosofia dopo. Talete, Anassimandro e Anassimene animano l'argomento. Sul ruolo della filosofia nel sapere umano c'è stato il commento di un passo delle Tuscolane di Cicerone, 5,2,5 in cui si elogiano i filosofi per aver dato organizzazione alla vita umana e di averne assunto la guida.
Programma della prossima settimana
Martedì 25 novembre: dr.ssa M. G. Andrisano: “Io sono: percorsi di mindfulness e autenticità”;
Mercoledì 26 novembre: Flavio Chimienti: “La musica racconta”;
Giovedì 27 novembre: ing. Ettore Tarentini:“Il diritto di esistere dell’Homo Sapiens al tempo dell’intelligenza artificiale” Parte Iª/2;
Venerdì 28 novembre: prof. Giovanni Sammarco “Natura e dignità morale dell’uomo in poesia” – 3ª.




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