- mercoledì 17 dicembre 2025
Ecco le richieste che saranno avanzate alla Regione Puglia

Più di 20 piazze italiane per ribadire dalla base i diritti delle lavoratrici e dei lavoratori del comparto cultura e spettacolo a fronte della paventata riapertura del 27 marzo.
Nella giornata internazionale del teatro, ad un anno dalla chiusura, un anno senza lavoro per tutti, tranne che per le strutture messe a sistema, la base delle lavoratrici e dei lavoratori chiede con fermezza un riscontro delle Istituzioni regionali e nazionali per un confronto reale, la creazione di tavoli operativi di confronto, un piano straordinario progettuale per la stagione estiva.
A Lecce la mobilitazione è promossa da “Arcipelago Spettacolo dal vivo Puglia”, “Coordinamento Arti di strada Puglia” e il Comitato formazione Danza Lecce.
«Ancora una volta abbiamo assistito, come a giugno 2020, all’ottusità delle Istituzioni che ci governano, le quali, pur di segnare un cambio di passo rispetto al Governo precedente, annunciavano con grandi proclami una ripartenza di fatto impossibile.
Abbiamo bisogno di serietà, non di propaganda.
Abbiamo bisogno che chi ha nelle mani il presente e il futuro di migliaia di lavoratori e lavoratrici conosca il Paese reale con le sue esigenze, le sue richieste e le sue proposte.
Tante lavoratrici e tanti lavoratori stanno sopravvivendo a stento con l'elemosina delle misure tampone - completamente insufficienti - adottate dal Governo; mentre molti altri rimangono a mani vuote perché ancora incagliati nelle maglie della burocrazia , in ragione dell'atipicità delle posizioni previdenziali, dei rapporti lavorativi e delle innumerevoli declinazioni dell'intermittenza tra lavoratori subordinati e autonomi, che costituiscono la “normalità” in questo settore. Dopo un anno, la macchina burocratica non è stata neanche in grado di sciogliere i nodi legati al respingimento di legittime richieste.
È evidente che la strada dei bonus una tantum non è quella giusta: servono misure strutturali e universali di sostegno al reddito , non solo per affrontare una crisi di tale portata ma anche per allineare il paese agli standard minimi europei. Ricordiamo ancora una volta che lo spettacolo e la cultura, fra i settori più colpiti di questa pandemia, contano centinaia di migliaia di lavoratrici e lavoratori che hanno bisogno di tutele concrete laddove l’orizzonte di una vaga stabilità non accenna a rivelarsi.
ll “nuovo” governo instaurato, non prende in considerazione le istanze e le continue richieste di tavoli interministeriali, ne è dimostrazione l'ennesimo Bando per fondi alla cultura voluto dal Ministro Franceschini, che continua a non comprendere la strutturazione della filiera intera dello spettacolo, escludendo di fatto i fornitori dai ristori, già insufficienti.
Fino ad oggi, ogni Governo che si è succeduto ha operato per la soddisfazione degli interessi dei grandi enti, delle grandi imprese e delle fondazioni, preservando e garantendo il FUS per pochi, promettendo ristori e garantendo poco o nulla al resto del settore.
Ribadiamo la necessità della tempestiva convocazione di un Tavolo Interministeriale Permanente che coinvolga lavoratrici e lavoratori del settore spettacolo e cultura, al quale siedano Ministero del Lavoro, Ministero Economia e Finanze e Ministero della Cultura.
E chiediamo, ancora una volta, la presa in carico da parte delle istituzioni competenti delle seguenti urgenti e necessarie richieste:
- progettazione e realizzazione di tutte le misure, economiche e non, relative ai protocolli di sicurezza, necessarie a garantire una vera e totale ripartenza del settore;
- riconoscimento dei contributi figurativi per le intere annualità 2020 e 2021 a tutte le lavoratrici e tutti i lavoratori del settore;
- attuazione di una ormai necessaria riforma strutturale, formale e fattuale, del settore che tuteli realmente non solo grandi enti e grandi aziende ma anche e soprattutto lavoratrici e lavoratori;
- concretizzazione di provvedimenti finalizzati al finanziamento e al sostegno delle piccole e medie realtà che si occupano di spettacolo e di cultura, che ad un anno dal blocco del pubblico spettacolo rischiano di chiudere e di non poter più compiere il loro fondamentale ruolo legato alla cultura di prossimità su tutto il territorio del nostro Paese;
Alla Regione Puglia come Arcipelago chiediamo:
Siamo assolutamente critici verso la misura Restart 2021 essendo pensata per partite iva, lavoratori autonomi e/o occasionali e che quindi non soddisfa la gran parte delle lavoratrici e dei lavoratori del comparto, perlopiù sottoposti al regime di lavoro subordinato come già fatto notare all'Assessore Bray e ai dirigenti della regione Puglia nel confronto avuto da Arcipelago il 18 febbraio 2021. La misura Restart 2021 copre solo una fetta di 2000 lavoratori a fronte di una platea di 11.000 lavoratrici e lavoratori pugliesi del comparto spettacolo. E non può essere presentata - come fatto dalla Regione Puglia - come La misura ad hoc per i lavoratori dello spettacolo. Non essendo esaustiva delle nostre richieste
Per questi motivi, per la dignità di tutte e tutti e per un ordinamento equo, plurale e inclusivo del settore che tuteli realmente lavoratrici e lavoratori, scenderemo in piazza il 27 marzo!».
Arcipelago Spettacolo dal Vivo PUGLIA