- lunedì 15 dicembre 2025
In Albania sono state presentate le numerose esperienze di innovazione e rigenerazione ecologica maturate nelle Riserve Naturali del Litorale Tarantino Orientale, portando all’attenzione dei partecipanti interventi già conclusi e progetti attualmente in corso

Durante il meeting internazionale dedicato al progetto “Environmental and Tourism Solution for the Shkodra Lake”, promosso nell’ambito del Programma IADSA ed organizzato dall’Università di Bari – Aldo Moro, Alessandro Mariggiò, direttore delle Riserve Naturali Regionali Orientate del Litorale Tarantino Orientale, ha offerto un contributo di grande rilievo sul valore strategico delle aree protette e sul ruolo dei progetti di riqualificazione ecologica quale strumento di resilienza e sviluppo territoriale, coinvolgendo gli studenti dell’Università di Ingegneria forestale e numerosi esperti e stakeholder del settore.
Il progetto è una delle quindici iniziative finanziate dal Programma IADSA (Accordo di Conversione del Debito Italo-Albanese), finalizzate a sostenere iniziative di sviluppo sociale promosse da istituzioni pubbliche albanesi e italiane, nell'ambito del Programma di Cooperazione allo Sviluppo Italo-Albanese.
Le aree protette come infrastrutture ecologiche essenziali: è stato sottolineato come le riserve naturali non siano più soltanto luoghi di conservazione naturalistica, ma autentiche infrastrutture ecologiche, fondamentali per:
E’ stato evidenziato come il governo delle risorse ambientali richieda competenze integrate e una visione di lungo periodo, nella quale tutela e fruizione possano coesistere in equilibrio.
A tal fine sono state presentate le numerose esperienze di innovazione e rigenerazione ecologica maturate nelle Riserve Naturali del Litorale Tarantino Orientale, portando all’attenzione dei partecipanti interventi già conclusi e progetti attualmente in corso, tra cui:
L’intervento del dott. Alessandro Mariggiò ha, inoltre, messo in luce il valore della cooperazione transfrontaliera: il lavoro svolto in Puglia rappresenta un modello trasferibile e adattabile alle sfide del lago di Scutari, dove la combinazione di fitotecnologie, rigenerazione idrica e acquacoltura sostenibile costituisce un’opportunità concreta per lo sviluppo locale.
Un approccio che mira a costruire ecosistemi più resilienti, capaci di rispondere alle pressioni del cambiamento climatico e di generare nuove opportunità economiche e sociali.
Questo il gruppo di lavoro pugliese che ha partecipato a questa importante mission: il prof. Rocco Roma, l’ing. Mariana Mansueto e il dott. Giuliano Rocco Romanazzi.

