«Se il voto del Consiglio comunale di venerdì dovesse essere negativo, c’è il rischio che AQP, in quanto stazione appaltante, faccia valere i suoi diritti imponendo lo scarico in mare in condotta sottomarina con conseguenti inevitabili disastri per il mare e l’economia di Manduria e Avetrana»
«Mettiamola in termini accessibili per evitare inutili esibizioni di dottrina giuridica su problemi che devono
essere risolti unicamente dalla stazione appaltante (AQP).
essere risolti unicamente dalla stazione appaltante (AQP). Il progetto appaltato è quello che prevede il sito ai confini di Avetrana con scarico in mare di reflui poco depurati e pericolosi per l’ecosistema marino. Per venire incontro alle richieste dei cittadini, fino a poco tempo fa rivolte unicamente a salvare il mare, il dipartimento Strutture ed Ambiente della Regione Puglia ha concordato con la stazione appaltante una soluzione senza lo scarico in mare.
Si è tentato prima di dimostrare che questa soluzione non sia valida con argomentazioni deboli ed inconsistenti sul piano scientifico, poi si è passati a chiedere lo spostamento del depuratore in altra località del territorio manduriano, senza alcuna partecipazione delle Amministrazioni comunali di Manduria e Sava, direttamente interessate. Ovvio che su questo si è incassata l’adesione plebiscitaria del popolo di Avetrana e di tutte quelle persone che temono, a torto o ragione, di essere in qualche modo danneggiate dalla vicinanza del depuratore e delle strutture annesse. Tutto ciò, unitamente al voto importante del Consiglio Comunale di Manduria, potrà avere inevitabilmente due possibili sbocchi. Il primo è che venga approvato il progetto originario con gli interventi migliorativi proposti dal dipartimento strutture che evitino di danneggiare il mare e permettano il riuso dei reflui adeguatamente affinati senza scarichi in mare.
Il secondo è che, una volta discriminata e respinta questa soluzione migliorativa proposta dalla Regione, AQP, in quanto stazione appaltante, faccia valere i suoi diritti imponendo lo scarico in mare in condotta sottomarina con conseguenti inevitabili disastri per il mare e l’economia di Manduria ed Avetrana.
Non si può però ignorare anche la sopravvenuta richiesta di spostamento del sito, oggi inoltrata a nome di tutti gli avetranesi, ma che ieri, ai tavoli di concertazione in Regione, non è stata mai sollevata dalle attuali maggioranze politiche di Avetrana, come attestano i verbali delle riunioni. Pur se tardiva, la richiesta plebiscitaria della città di Avetrana dovrà inevitabilmente confrontarsi con l’assenza di accordi preventivi con la popolazione e le Amministrazioni di Manduria e Sava, non solo sul nuovo sito, ancora da scegliere e concordare, ma soprattutto sui tempi di studi, progettazioni, conferenze di servizio, processi autorizzativi e quant’altro necessita un nuovo progetto. Tutto ciò rimandando sine die la costruzione di un’opera ritenuta oggettivamente indilazionabile per servire le reti idriche e fognanti di Manduria e Sava e portare almeno l’acqua a S. Pietro e T. Colimena. A questo punto credo che ci sia poco da scegliere e, nel rispetto di tutti, molto da riflettere.
Mario Del Prete

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