martedì 23 aprile 2024

07/03/2018 09:33:12 - Manduria - Politica

La nostra intervista alla candidata del Pd

 

«La mia era una missione impossibile. Ero consapevole, sin dall’inizio, che il vento spirasse contro. Ma sarebbe stato peggio non aver tentato..».

Maria Grazia Cascarano, candidata manduriana al collegio uninominale numero 7 del Senato, non ce l’ha fatta. Come d’altronde tutti gli altri candidati del centrodestra e del centrosinistra pugliesi.

«La mia valutazione del risultato elettorale? E’ molto semplice. Questo è stato il secondo round di una partita che aveva come obiettivo quello di demolire Renzi» l’opinione dell’esponente del Pd. «Il primo round si è consumato con il referendum, nonostante l’importanza della materia in gioco. Non essendo riusciti a mettere k.o. Renzi dopo il primo tentativo, l’elettorato ha completato l’opera ieri.

E’ assurdo, però, non riconoscere i risultati tangibili dei cinque anni della consiliatura appena terminata, soprattutto per Taranto. Sicuramente degli errori sono stati commessi. Quali? Credo che Renzi abbia sbagliato ad affermare, poco giorni prima del voto, che avrebbe conservato la carica di segretario del partito sino al 2020: avrebbe potuto evitare di acuire altre tensioni interne. Così come si è sbagliato ad imporre ulteriormente la Boschi. Non entro nel merito della sua vicenda personale, ma la gente ha interpretato la sua candidatura in più collegi come una imposizione o come una personalizzazione del partito».

Il Movimento 5 Stelle ha monopolizzato i collegi uninominali.

«Credo che la gente abbia votato il movimento perché questa era l’aria che tirava e questo era il tam tam della piazza. Ho provato a chiedere a diversa gente di Manduria i nomi dei candidati grillini: quasi nessuno li conosceva. Hanno votato il simbolo perché l’hanno interpretato come cambiamento. Ora attendo che vadano al governo. Così come attendo che mio figlio, disoccupato, riceva l’assegno di 800 o 1.000 euro promesso dai grillini..».

Poi Maria Grazia Cascarano commenta il suo dato personale: 15,17%

«Rispecchia la percentuale media del Pd nel nostro territorio. Abbiamo voluto essere sinceri, evitando di prendere in giro la gente. Abbiamo fatto notare i 70 milioni per la sanità e gli 80 per la città vecchia, oltre all’avvio dei lavori per la copertura dei parchi minerari dell’Ilva. Sono solo gli ultimi di una serie di provvedimenti a favore della città. Ma non è bastato. La gente non ha percepito il nostro impegno. Per me, comunque, è stata un’esperienza positiva, che mi ha ulteriormente formato a livello politico».

Per il Pd, i risultati a Manduria sono stati ancora peggiori.

«Ci aspetta tanto lavoro. A me risulta che si voterà a maggio per le Comunali. Per cui occorre rimboccarsi le maniche sin da oggi e mettersi a lavorare duramente. L’unica finalità dovrà essere quella del bene della nostra città. Non importa se il candidato a sindaco sia o meno del Pd. E’ fondamentale che sia una persona capace e brava e che si attorni di una squadra qualificata».









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