venerdì 19 aprile 2024

15/10/2020 11:41:08 - Avetrana - Attualità

«Torno a chiedere la sospensione dell’iter autorizzativo e la conseguente comunicazione alla ditta interessata»

«La comunicazione ricevuta dall’impresa non riporta nessuna indicazione di approfondimento del progetto che si intende realizzare, ma indicazioni di massima su tipologia di impianto e output che dal suo funzionamento possono essere realizzati».

Emanuele Micelli, consigliere comunale del gruppo “Cambiamo Avetrana”, ritorna a parlare dell’impianto di biogas che un privato vorrebbe realizzare in questa cittadina, chiedendo maggiori ragguagli per poter effettuare una completa valutazione degli effetti e del rischio.

Ecco la sua lettera al sindaco Minò.

« Con riferimento alla mia richiesta prot. N. 5783 del 17/09/2020 inerente il  blocco dell’iter progettuale e conseguente risposta del Sindaco del Comune di Avetrana, giusta nota di cui al protocollo del Comune di Avetrana n. 5973 del 24 settembre 2020, mi sono stati recapitati: 1. Una comunicazione dell’impresa Pantar srl con cui si manifesta intenzione di progettare, costruire e gestire un impianto di biogas nel territorio di Avetrana; 2. Una proposta di protocollo di intesa inerente la realizzazione del predetto impianto di trattamento umido da raccolta differenziata, sottoprodotti e deiezioni animali mediante digestione anaerobica e compostaggio con produzione di biometato e ammendante di qualità.   A seguito di consultazione con tecnici e specialisti della materia le faccio presente quanto segue.

Premesso che:  

- La comunicazione ricevuta dall’impresa non riporta nessuna indicazione di approfondimento del progetto che si intende realizzare, ma indicazioni di massima su tipologia di impianto e output che dal suo funzionamento possono essere realizzati;

- Il processo tramite il quale si intende produrre biometano prevede l’utilizzo della digestione anaerobica, un processo biologico per mezzo del quale, in assenza di ossigeno, la sostanza organica contenuta nei materiali di origine vegetale e animale viene trasformata in biogas, costituito principalmente da metano (CH4) e anidride carbonica (CO2), con altresì una produzione in quantità considerevole di “digestato”, un materiale semisolido, che, in presenza di determinate circostanze è considerato un sottoprodotto con proprietà simili ad un fertilizzante organico;  

- l’art. 5 c. 1 del Decreto Ministeriale 92 del 2016 disciplina in capo alle aziende l’obbligo di predisporre un Piano di Utilizzazione Agronomica (della durata di 5 anni) del cosiddetto “digestato”. Si consideri che l'utilizzazione agronomica del digestato è finalizzata al recupero delle sostanze nutritive ed ammendanti contenute nello stesso e deve avvenire nel rispetto dei principi e criteri generali stabiliti dal Titolo I del Decreto Ministeriale 92/206, nel rispetto del bilancio dell'azoto, e a condizione che le epoche e le modalità di distribuzione siano tali da garantire un'efficienza media aziendale dell'azoto pari a quella prevista all'Allegato IX del presente decreto;  

- l’art. 24 del decreto menzionato Decreto disciplina l’obbligo di dimostrazione della certezza dell’utilizzo del digestato in capo al produttore, il quale rimane responsabile della comunicazione anche se l’utilizzo è provato da contratti con utilizzatori terzi;  

- nei casi non previsti dalla norma (non rispettosi quindi dell’art. 184-bis del dlgs 152/06 che recepisce il reg. Ce n. 1069/2009, identificando le categorie dei  «sottoprodotto»), il digestato deve essere trattato come rifiuto e gestito di conseguenza;  

- L’Istituto Superiore di Sanità ha già sollevato ha evidenziato una possibile presenza nel digestato di comunità microbiche costituite in misura preponderante dal Clostridium tyrobutyricum e il Clostridium butyricum, conosciuti anche per essere responsabili della comparsa di difetti nei formaggi e nelle conserve di pomodoro - (B. Auricchio, F. Anniballi, A. Fiore L. Bonadonna e D. De Medici, “Il biogas”, Not Ist Super Sanità 2014; 27(5):3-6) - .  “In particolare, il Clostridium butyricum può costituire un pericolo per la salute pubblica in quanto già associato a casi di botulismo per acquisizione della capacità di produrre le tossine botuliniche. Per quanto riguarda il Clostridium botulinum e gli altri clostridi responsabili del botulismo, è bene precisare che l’agente eziologico della malattia è rappresentato dalle tossine e non dal microrganismo. In questo caso, considerando che tali tossine vengono degradate nei digestori per azione degli enzimi idrolitici e proteolitici, rimane una potenziale pericolosità rappresentata dall’abnorme sviluppo dei microrganismi, che aumenta la possibilità di contaminazione di foraggi e alimenti.”

- Il D.M.10.09.2010 del Ministero dello sviluppo economico individua le Linee guida per l'autorizzazione degli impianti alimentati da fonti rinnovabili, rinviando alle Regioni l’individuazione delle aree non idonee.

Una completa valutazione degli effetti e del rischio derivante dalla localizzazione del predetto impianto richiede:  

  • La valutazione e certificazione della provenienza del materiale da trattare nell’impianto;
  • La valutazione qualitativa e quantitativa della composizione delle comunità microbiche che si selezionano nell’impianto in funzione della tipologia del substrato utilizzato;
  • l’approfondimento dei rapporti ecologici che si instaurano tra i componenti le diverse comunità microbiche, che popolano i diversi siti presenti nel processo produttivo del biogas, nonché l’eventuale competizione operata da alcune specie nei confronti dei clostridi produttori di tossine botuliniche;
  • la valutazione della disponibilità di terreni su cui utilizzare il digestato e l’impatto dello stesso materiale sulla flora microbica autoctona del terreno e i loro risvolti sulla fertilità del suolo;  
  • la localizzazione dell’impianto e la distanza dell’impianto da centri e nuclei abitati e da siti sensibili;
  • la valutazione delle esalazioni potenziali derivanti dall’impianto, in considerazione che la previsione di localizzazione è nelle immediate vicinanze della zona artigianale di Avetrana, quindi vicinissimo al centro residenziale e praticamente adiacente ad imprese impegnate in produzioni alimentari.  

Tutto quanto sopra considerato, torno a chiedere la sospensione dell’iter autorizzativo e la conseguente comunicazione alla ditta interessata».

 

Emanuele Micelli

Consigliere comunale “Cambiamo Avetrana”









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