sabato 20 aprile 2024

13/11/2021 07:31:22 - Puglia - Attualità

La probabile prossima autorizzazione per vaccini anti Covid-19 basati su una tecnologia ben sperimentata, a costi contenuti e che ridurrebbe ulteriormente gli effetti collaterali, potrebbe allargare ulteriormente il bacino dei vaccinati, anche nei paesi poveri

In arrivo un vaccino costituito da proteine purificate. A differenza delle tecnologie relativamente nuove, a mRNA e vettore virale, su cui si basano i vaccini contro Covid-19, i vaccini proteici sono stati usati per decenni per proteggere le persone da epatite, herpes zoster e altre infezioni virali. Per suscitare una risposta immunitaria protettiva, queste iniezioni forniscono alle cellule di una persona direttamente proteine e coadiuvanti che stimolano l'immunità, invece che un frammento di codice genetico che le cellule devono leggere per sintetizzare le proteine stesse.

Anche se nella lotta contro Covid-19 i vaccini proteici non sono ancora diffusi, finora i dati degli ultimi stadi di sperimentazione clinica sembrano promettenti, dimostrando una forte protezione con meno effetti collaterali rispetto ad altri vaccini anti Covid-19.

Dopo mesi di battute d'arresto nel controllo di qualità e ritardi nella produzione, i dirigenti dell'azienda biotecnologica Novavax di Gaithersburg, nel Maryland, dicono che sono pronti a presentare agli enti regolatori dei farmaci negli Stati Uniti la tanto attesa domanda di autorizzazione del loro vaccino a base di proteine entro la fine dell'anno. (Il primo novembre, l'Indonesia ha concesso al vaccino dell'azienda la sua prima autorizzazione d'emergenza, e sono già state presentate domande alle agenzie governative in Australia, Canada, Regno Unito, Unione Europea e altrove.) Nel frattempo, due produttori asiatici di vaccini – Clover Biopharmaceuticals, con sede a Chengdu, in Cina, e Biological E a Hyderabad, in India – sono anch’essi vicini a chiedere l’autorizzazione a varie autorità nazionali nelle prossime settimane e mesi.

Se verrà dato il via libera, questi vaccini potrebbero placare le paure di coloro che aspettano a vaccinarsi, servire come richiamo e, soprattutto, riempire un vuoto nella risposta globale alla pandemia.

Il loro vaccino a base di proteine è ora in una sperimentazione di fase III che ha preso il via a fine maggio, coinvolgendo migliaia di soggetti in Africa, Asia e America Latina.

In confronto, le prove su larga scala di Novavax e Clover hanno già prodotto dati di efficacia. Secondo un preprint pubblicato il mese scorso (non ancora sottoposto a peer review), il vaccino Novavax ha offerto più del 90 per cento di protezione contro le forme sintomatiche di Covid-19 in uno studio su 30.000 persone completato all'inizio dell'anno, prima che arrivasse la variante Delta, quando erano in circolazione solo forme più "leggere" del virus.

I vaccini sembrano anche essere sicuri. Nessuno dei circa 50 vaccini Covid-19 a base di proteine ora in fase di test clinici in tutto il mondo ha suscitato effetti collaterali importanti. Anche molte delle reazioni tipicamente indotte dai vaccini a mRNA o a vettore virale – mal di testa, febbre, nausea e brividi – si sono dimostrate assai meno comuni con le alternative a base di proteine. Per esempio, negli studi clinici meno dell'1 per cento dei soggetti che hanno ricevuto un'iniezione a base di proteine di Medigen Vaccine Biologics Corporation di Taiwan, a Taipei, ha sviluppato febbre.

"Il profilo di sicurezza è molto simile a quello dei vaccini antinfluenzali", dice Szu-Min Hsieh, specialista di malattie infettive al National Taiwan University Hospital di Taipei, che ha pubblicato il mese scorso i risultati del trial di fase II.

Fonte: rete









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