I ricercatori hanno dimostrato che una molecola prodotta dal nostro organismo, il Proteoglicano-4 (PRG4) una glicoproteina – conosciuta anche come Lubricina – può potenziare di molto l’efficacia del regorafenib, un farmaco già utilizzato nella cura dei pazienti con carcinoma epatico

Una scoperta dell’IRCCS Saverio De Bellis di Castellana Grotte apre prospettive innovative per il trattamento del tumore al fegato. I ricercatori hanno dimostrato che una molecola prodotta dal nostro organismo, il Proteoglicano-4 (PRG4) una glicoproteina – conosciuta anche come Lubricina – può potenziare di molto l’efficacia del regorafenib, un farmaco già utilizzato nella cura dei pazienti con carcinoma epatico. Il PRG-4 è fisiologicamente presente nelle articolazioni e sulla superficie oculare, dove agisce come lubrificante naturale, ma non viene prodotto dal fegato. La sua aggiunta L regorafenibrappresenta dunque una strategia completamente nuova. “La sinergia impedisce la formazione di nuovi vasi sanguigni, limitando così i rifornimenti di ossigeno e nutrienti, affamando il tumore e riducendone la capacità di crescere e metastatizzare” spiega il direttore scientifico, Prof. Gianluigi Giannelli.Finanziato dal Ministero della Salute, lo studio ha richiesto più di quattro anni di attività scientifica e si è avvalso di modelli sperimentali preclinici ottenuti attraverso ingegnerizzazione molecolare.Il lavoro è stato pubblicato sulla prestigiosa rivista internazionale Journal of Experimental& Clinical Cancer Research. Primo firmatario dell’articolo è il dottor Francesco Dituri, ricercatore sanitario dell’IRCCS De Bellis.
“I nostri dati sono molto robusti”, aggiunge Giannelli“al punto da indurci ad investire ulteriori risorse per generare frammenti del PRG-4 molto più piccoli, ugualmente efficaci e protetti da brevetto internazionale, che si prestano meglio a future applicazioni cliniche”.
Gli esiti della ricerca suggeriscono prospettive cliniche rilevanti. L’associazione tra PRG4 e Regorafenib potrebbe, in futuro: ridurre il dosaggio del Regorafenib, mantenendo o aumentando l’efficacia terapeutica; attenuare gli effetti collaterali, spesso causa di sospensione del trattamento; incrementare la tollerabilità della terapia a lungo termine.
Un risultato particolarmente significativo riguarda la compatibilità immunologica: essendo una molecola fisiologica, il PRG-4 non è immunogenico, analogamente all’insulina. La sperimentazione clinica dei frammenti della molecola rappresenta il prossimo passo della ricerca in corso all’IRCCS De Bellis.
Il progetto conferma il ruolo dell’Istituto nel campo della ricerca brevettuale e del trasferimento tecnologico. “Questa innovativa rivelazione scientifica dimostra la validità del percorso che abbiamo intrapreso” afferma il presidente del CIV, Enzo Delvecchio. “Il De Bellis è capofila per il Sud Italia nel progetto nazionale PerfeTTO del Ministero della Salute, finalizzato proprio alla valorizzazione dei prodotti della ricerca in ambito brevettuale. Inoltre, il nostro Istituto è l’unico in Puglia certificato da AIFA per condurre studi clinici di Fase 1”.
“La ricerca guida il miglioramento delle cure: è un dato consolidato nella letteratura scientifica internazionale”, evidenzia il commissario straordinario, Luigi Fruscio.“Ne abbiamo prova ogni giorno. Il connubio tra ricerca e assistenza rappresenta il futuro del nostro sistema sanitario. Non sorprende, quindi, che i ricercatori del De Bellis guidino oggi una ricerca multicentrica italiana sull’impiego del Proteoglicano-4 nel trattamento del tumore al fegato. Il nostro Istituto continua a svolgere il ruolo di eccellenza riconosciuta”.

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