giovedì 28 marzo 2024

28/02/2022 07:49:32 - Maruggio - Attualità

Questo piccolo ma caratteristico edificio sacro, che fa parte di un antico habitat settecentesco, è oramai in stato di completo degrado e abbandono

Una chiesetta rurale da salvare. Mi riferisco alla chiesetta dedicata alla Madonna del Carmine, in contrada Castigno.

Più volte richiamato in articoli e pubblicazioni per la sua valenza territoriale, questo piccolo ma caratteristico edificio sacro è oramai in stato di completo degrado e abbandono.

Esso fa parte di un antico habitat settecentesco, testimoniato, in zona, da alcuni ruderi di eleganti casette limitrofe, datate, negli architravi, al 1747 e al 1751.

Le stesse notizie riguardanti la chiesetta ci conducono al Settecento o, meglio, al 1764, epoca in cui ne fu autorizzata la costruzione, in una contrada occupata fin da epoche remotissime; contrada caratterizzata, tra l’altro, dai resti di un villaggio neolitico databile tra il V ed il III millennio a.C. e di un successivo insediamento greco-romano, protrattosi sino al V-VI secolo d.C. (vedi P. PESARE, I frati dell’osservanza in Santa Maria della Grazia di Maruggio, Manduria 2009, pp. 255-256; P. TARENTINI, Maruggio. Presenze antiche sul territorio, Manduria, Filo, 2000, pp. 51-78).

Lo stesso toponimo S. Pietro, caratterizzante lo spazio in cui si colloca la chiesetta, sembra indicare un luogo di culto molto più antico; ipotesi avvalorata da una relazione sulla Terra di Maruggio risalente al XVI secolo, in cui si segnala, in zona,“una chiesa antiquissima di san Pietro, li cui sassi della ruina dimostrano con la grandezza, l’antiquità grande” (vedi L. MAREGLIA, Ad Angelo Rocca. Relazione sulla Terra di Maruggio 1583-1584 in “Alba Pratalia”, 28 (2016), p. 907).

Una storia millenaria, quindi, che trova sintesi e continuità in tale cappella, un tempo luogo di aggregazione e di “fede” per i frequentatori del posto, oggi vergognoso ricettacolo di rifiuti e immondizie.

Per la sua storia e le sue caratteristiche costruttive, e per alcuni affreschi sacri visibili all’interno (oggi scomparsi), tale chiesetta è stata spesso mostrata, in un recente passato, a visitatori e turisti, invero sorpresi dall’incuria e dall’abbandono dell’area.

Ribadendo quanto precedentemente espresso in un articolo non lontano “ora si deve intervenire con urgenza; il muro posteriore dell’edificio è in gran parte crollato e le infiltrazioni mettono a rischio l’intera costruzione; interventi tempestivi e, ritengo, non particolarmente dispendiosi, potrebbero risolvere il problema, provvedendo altresì a proteggere il luogo da ulteriore degrado. Non c’è bisogno di progetti faraonici; basterebbe la buona volontà e l’impegno di qualche associazione e di qualche maestranza esperta (previo accordo con gli Organi competenti)per porre in sicurezza il piccolo edificio.  Lancio questo appello ad una Comunità sinora particolarmente sensibile verso le problematiche storiche ed ambientali della nostra terra…… prima che tutto scompaia, abbattuto dal tempo e dall’incuria degli uomini”.

Paride Tarentini









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