sabato 27 luglio 2024

05/10/2023 18:45:28 - Manduria - Cultura

Prodotti dalle cancellerie aragonesi nella seconda metà del XV secolo, sembrano confermare la verità storica della notizia, riportata da varie fonti locali, dell’esistenza del diploma, datato 8 dicembre 1463, con il quale l’Università di Casalnuovo (Manduria) fece donazione della sua salina a re Ferrante d’Aragona

Due importantissimi documenti, prodotti dalle cancellerie aragonesi nella seconda metà del XV secolo, sembrano confermare la verità storica della notizia, riportata da varie fonti locali, dell’esistenza del diploma, datato 8 dicembre 1463, con il quale l’Università di Casalnuovo (Manduria) fece donazione della sua salina a re Ferrante d’Aragona.1-2

  Si tratta di due epistole redatte negli uffici periferici della Sommaria di Taranto, allestiti qualche mese dopo la morte (avvenuta in Altamura il 15 novembre 1463) del principe di Taranto Giovanni Antonio Orsini del Balzo allorchè il suo principato fu incamerato nel demanio regio, entrambe datate nel luglio 1464 nelle quali si fa espressa menzione della salina di Casalnuovo.3-4

  La prima, del 23 luglio, spedita da Taranto a Gabriele di San Giorgio da Mesagne, commissario in salina Casalis Novi, e firmata dal mastro d’atti Leonardo, contiene istruzioni a raccogliere e conservare sale nella salina di Casalnuovo e per la sostituzione del salinaro, tale Saracino, ammalato, con altro homo buono et fìdedignoacexperto in talibus.

  La seconda, del 30 agosto, indirizzata al Capitano di Casalnuovo e con lo stesso mittente, contiene, in apertura, l’ordine al funzionario di prelievo del sale da consegnare all’Università de Sancto Petro (San Pietro in Galatina?) e, a seguire, istruzioni per la selezione di candidati all'ufficio di erario (esattore di tributi).

  Nell’attesa del ritrovamento del diploma di donazione del dicembre 1463, i due documenti offrono preziose conferme: innanzitutto dimostrano il legame giuridico e territoriale esistente tra la salina e Casalnuovo-Manduria per tutto il secolo XV, essendo il bene, inconfutabilmente, denominato salina Casalis Novi o salina de Casal Novo; secondariamente evidenziano che, al momento, l’amministrazione era stata affidata a funzionari regi, e ciò potrebbe costituire prova del trasferimento della proprietà, avvenuto, sempre secondo le fonti storiche locali, circa sei-sette mesi prima, nel dicembre 1463.

  Vi è pure da aggiungere che in altri documenti, facenti parte della stessa raccolta, ricorrono riferimenti isolati alle opere di manutenzione e ai rifornimenti di altre saline pugliesi demaniali, vale a dire quelle di Barletta, Brindisi e Manfredonia.

  Forse le nebbie sono destinate a diradarsi: tra la fine del 1463 e il principio del 1464, Ferdinando I (Ferrante) d’Aragona intraprende un lungo viaggio nelle province di Terra d'Otranto e di Terra di Bari, per procedere al riassetto amministrativo delle stesse, resosi necessario dopo la morte del Principe di Taranto. In quest’occasione visitò vari centri dell’ex principato, incontrando le autorità municipali e le cittadinanze. Ciò sarebbe avvenuto, seguendo le fonti, anche a Casalnuovo, dove, nel dicembre 1463, l’Università, che già in passato avrebbe temporaneamente ceduto alla regina Giovanna II le rendite della salina (ricevendone in cambio, secondo la tradizione, l’istituzione della fiera di marzo)5, decide questa volta di donare alla corona la proprietà.  Nei mesi a seguire, nel 1464, il demanio regio si immette nel possesso del bene, la cui appartenenza territoriale a Casalnuovo-Manduria, come dice chiaramente la denominazione, rimane immutata. A Casalnuovo, inoltre, risiedono pure i funzionari regi periferici incaricati della conduzione, così come risulta dall’indicazione dei destinatari delle epistole.

  Si offre, a seguire, la trascrizione dei documenti.

1464 luglio 23, Taranto. Sollecito a raccogliere e conservare sale nella salina di Casalnuovo - I, 13. XVII - 1464 luglio 25, Taranto.

1464 luglio 23, Taranto. Super salina Casalis Novi. Virnobilis, amicenoster carissime, salutem. Havendomoreceputa una vostra lictera et quella intesa, ve facimoresposta, primo, che ve confortamo a la bona sollicitudine et administracione che havitefacta verso lo bono recapito, havite dato in la salina de Casale Novo. Per tanto state sollicito ad fare recogliereeldicto sale, per quanto se nde porrà retrahere, et quello farrite conservare in buono luocho et securo et, de po che serràtuctorecolto, ncehavisarite della quantità precise che da llàey pigliata. Al facto de Saracino, che scrivite essere malato, ve dicimo che vogliate providere de un altro homo, che pigli lo dictocarrico de tenere lo dicto sale et sia homo buono et fìdedignoacexperto in talibus. Non altro. Ex civitateTarenti, apudCameramSummarie, die XXIII mensisiullii XII indictionis, M°CCCCLXIIII. Leonardusmagisteractorum.FuitdirectaGabrieli de SanctoGeorgio de Mesagnia, commissario in salina Casalis Novi

1464 agosto 30, [Taranto]. Ordine al capitano di Casalnuovo di prelievo di sale e di selezione di candidati all'ufficio di erario - I, 29.

1464 agosto 30, [Taranto]. Egregie vir, fidelis regie amicequenoster carissime, salutem. Receputa una vostra lictera et essa intesa, ve facimoresposta. Primo, sopra lo facto del sale, toccha a la università de Sancto Petro, simo contenti, li fate dare de quello delle pagliata, secondo pare al magnifico perceptore essere menore spesa et più utilità per la regia Corte. Al facto de lo erario, ve decimo tanto ad vuy, quanto ad vostro successore, debiateelegereduy o vero tre homini de questa terra, quilli che più ydoney, acti et sufficienti ve pareranno, et mandatili per nota a l'illustre signore don Federico, ad ziò che soa illustre signoria pozaprovidere de dicto erario. Non facendo lo contrario, per quanto havite cara la gratia del signore re. Dat(a) etc., die penultimo augusti, 1464. Leonardus. FuitdirectacapitanioCasalis Novi.

 

Giuseppe Pio Capogrosso

 

  1. Ferdinando Trastámara d'Aragona, del ramo di Napoli, noto semplicemente come Ferrante e chiamato dai contemporanei anche don Ferrando o Ferrando vecchio (Valencia, 2 giugno 1423 – Napoli, 25 gennaio 1494), unico figlio maschio, illegittimo, di Alfonso I di Napoli, fu re di Napoli dal 1458 al 1494.
  2. Il diploma è citato dal Ferrara e dal Saracino: il primo parlando della donazione al re, avvenuta nel 1463, specifica che “tutte le saline vicino all'Avetrana … erano demaniali dell'Università di Manduria” il secondo nel riportare al stessa notizia ne precisa il giorno “come da diploma spedito in Lecce addì 8 dicembre” [Ferrara Francesco Maria, “Breve e vera notizia di Manduria, detta Casalnuovo, e delli suoi cittadini”manoscritto 1713, pubblicato in “Manoscritti inediti di Castorio Sorano e Francesco Maria Ferrara” a cura di W. Tommasino, ed. Filo, Manduria 2000;Saracino p. Domenico, “Brieve descrizione dell’antica città di Manduria oggi detta Casalnuovo”, manoscritto 1788, entrambi presso Bibll.Com.leM.Gatti Manduria.]. Ne parlano anche il padre Da Lama e il Tarentini che però attinge agli autori precedenti. [Da Lama p. Bonaventura, “Cronica de' minori osservanti riformati della provincia di S. Nicolò”, stamp. O.Chiriatti, Lecce 1724, Tarentini sac. Leonardo, “Cenni storici di Manduria antica, Casalnuovo e Manduria restituita”, tip. Spagnolo,Taranto 1901].
  3. Giovanni Antonio Orsini, principe di Taranto, (Lecce, 9 settembre 1401 – Altamura, 15 novembre 1463). Secondo Benedetto Croce «fu il più potente feudatario napoletano del Quattrocento, e determinò più volte, col sostegno dato o tolto al re di Napoli, le sorti del loro regno: finché soggiacque nella prima grande congiura e ribellione dei baroni contro re Ferrante d'Aragona, il quale, nonostante che fosse con lui imparentato, lo fece segretamente mettere a morte. Le terre da lui possedute erano tante che si diceva dai contemporanei che egli poteva cavalcare da Napoli fino a Taranto senza mai toccare terra altrui.»(B. Croce, Aneddoti di varia letteratura, vol. 1, Bari, Laterza, 1953, p. 77).
  4. FontiAragonesiI XIII Napoli MCMXC, frammento del registro Curie SummariePrimum, pag. 13.
  5. Tarentini sac. Leonardo, op.cit.
  6. Nelle immagini: Ferdinando I d’Aragona, fonte Wikipedia.

 









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