marted́ 05 novembre 2024


26/10/2024 09:19:56 - Manduria - Cultura

Il romanzo di Sandro Veronesi, la cui prima edizione è del 2005, ha vinto il Premio Strega nel 2006 ed è diventato un film nel 2008, con la regia di Antonello Grimaldi, Nanni Moretti nei panni del protagonista Pietro Paladini e con Valeria Golino, Alessandro Gassman, Isabella Ferrari

In “Caos calmo”, l’ossimoro del titolo non è solo l’accostamento di due termini contrapposti, ma la creazione di uno spazio narrativo vivo e rassicurante, che offre al protagonista, Pietro Paladini, la possibilità di riannodare i fili della propria esistenza, scorticati da un corto circuito che sembra non avere mai fine.

L’inizio del romanzo è ben definito: il salvataggio in mare di due donne da parte di Pietro e di suo fratello Giovanni, lì presenti, dopo una gara di surf. Essi rischiano la propria vita per due sconosciute che, verosimilmente, non vogliono neppure essere salvate. Ciò avviene in un tempo narrativo dilatato che, all’improvviso, si restringe divenendo foriero di morte, quella di Lara, moglie di Pietro e mamma di Claudia, la loro bambina di dieci anni. Ma è solo un attimo, perché presto, e per quasi tutto il romanzo, la narrazione tornerà a respirare un tempo lungo e lento: quello dell’attesa della sofferenza, che non arriva né per Pietro, né per Claudia.

In tale attesa prendono vita diversi capitoli, nonché l’intera esistenza di Pietro, che decide di trascorrere le sue giornate in auto, di fronte alla scuola di Claudia, per far sentire alla bambina la sua presenza ed evitarle il crollo emotivo dovuto alla morte della madre. Lo spazio in cui si muove Pietro è quello dei giardinetti di fronte la scuola, seduto su una panchina durante le belle giornate del caldo ottobre in cui si svolge la storia; l’abitacolo della sua lussuosa e superaccessoriata auto quando fuori piove; l’interno del bar nel quale va a mangiare un panino. Tale spazio, seppur circoscritto fisicamente in pochi metri quadrati, scandisce luoghi dell’anima immensi, nei quali si dipanano vecchie e nuove relazioni personali, familiari e lavorative. Non solo. Osservando attentamente le dinamiche comportamentali tra genitori e figli davanti a scuola, Pietro concepisce, nella sua mente affollata di pensieri e di riflessioni, l’immagine del ‘caos calmo’: quella confusione gioiosa e leggera propria dei bambini all’uscita da scuola, che essi trasmettono, per una inspiegabile proprietà transitiva, agli adulti in attesa di riprenderli.

Con uno sforzo introspettivo senza precedenti, Pietro è costretto a rimodulare la realtà, non solo familiare, in seguito alla morte di Lara,  ma anche lavorativa, destabilizzata quest’ultima da una fusione ritenuta da tutti fallimentare. Ed ecco familiari e colleghi alternarsi a fargli visita, apparentemente per stargli vicino in un momento per lui difficile, in realtà per raccontargli, ognuno a suo modo, le proprie vicende umane o lavorative. Pian piano, Pietro diviene per coloro che vanno a incontrarlo “l’uomo degli abbracci”, e il ristretto spazio in cui egli si muove un confessionale a cielo aperto. Sì, perché i racconti e le confidenze che gli vengono fatti presentano tutti un carico notevole di problematicità e di sofferenza, quella sofferenza che a Pietro proprio non arriva. Sarà la piccola Claudia, alla fine del libro, a fargli notare che l’insolita condizione in cui egli vive da mesi ormai, è fonte di disagio per lei. Basterà questo perché Pietro prenda coscienza della necessità di aprirsi alla sofferenza, negata per tanti mesi?

Il romanzo di Sandro Veronesi, la cui prima edizione è del 2005, ha vinto il Premio Strega nel 2006 ed è diventato un film nel 2008, con la regia di Antonello Grimaldi, Nanni Moretti nei panni del protagonista Pietro Paladini e con Valeria Golino, Alessandro Gassman, Isabella Ferrari.











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