«Bastava un attimo e oggi piangeremmo una tragedia»
Così il segretario generale della CISL FP Taranto Brindisi, Giuseppe Lacorte, commenta il drammatico episodio accaduto a due soccorritori del 118, minacciati con un coltello durante un intervento di emergenza nel quartiere Paolo VI di Taranto. Un sequestro psicologico durato oltre venti minuti che solo grazie alla prontezza, al sangue freddo e all’intesa tra colleghi non si è trasformato nell’ennesimo fatto di sangue.
Questa ennesima aggressione non può rimanere un fatto isolato privo di conseguenze sul piano delle azioni concrete. I lavoratori della Sanità, come tutti i dipendenti pubblici e socio sanitari, delle Società partecipate, hanno il diritto di lavorare in sicurezza e di tornare a casa dalle proprie famiglie.
Per questo, già nei giorni scorsi, la CISL FP Taranto Brindisi ha formalizzato a Sua Eccellenza il Prefetto di Taranto Donato Giovanni Cafagna la richiesta di convocazione di un tavolo permanente sulla sicurezza nei servizi pubblici, coinvolgendo tutte le istituzioni competenti, le forze dell’ordine e le parti sociali.
Un incontro non più rinviabile, che qui sollecitiamo a Sua Eccelenza il Prefetto Paola Dessì, perché quanto accaduto dimostra che l’emergenza sicurezza non è più tollerabile. La nostra richiesta, intende mettere attorno a uno stesso tavolo chi ha la responsabilità e il dovere di proteggere chi ogni giorno protegge e cura gli altri.
Prevenzione, formazione e presidi di sicurezza reali: questa è la strada per dire basta ad aggressioni, minacce e violenze che, come nel caso dei due soccorritori del 118, mettono a rischio non solo l’incolumità degli operatori, ma l’intero sistema di pronto intervento, già gravato da carenze croniche di personale e mezzi.
Alla comunità diciamo grazie a questi lavoratori, che anche di fronte a un coltello puntato al volto hanno trovato la lucidità di salvare se stessi, proteggere i colleghi e garantire comunque assistenza. Ma non possiamo lasciarli soli.
Rinnoviamo quindi l’appello al Prefetto di Taranto: ci convochi al più presto. È ora di passare dalle parole ai fatti. La sicurezza di chi lavora per la salute e la sicurezza di tutti non può più aspettare».