venerdì 05 dicembre 2025


16/07/2025 16:17:27 - Provincia di Taranto - Attualità

«Alla strategia della “politica del prezzo basso degli abusivi” Confartigianato oppone la responsabilità sociale, la collaborazione tra cliente e fornitore, le competenze e l’innovazione, assieme alla qualità artigianale del “Made in Italy”»

Riceviamo, e pubblichiamo, un comunicato di Confartigianato Taranto. Ecco il testo.

«L’intero sistema delle imprese artigiane di produzione e di servizi rappresenta uno dei settori economici più rilevanti della provincia di Taranto, diventandone una delle sue espressioni più qualificate. Purtroppo è lo stesso sistema costretto a fare quotidianamente le spese con la concorrenza sleale dell’abusivismo, che negli ultimi anni ha ulteriormente “impoverito” il sistema delle piccole imprese, oltre che da un punto di vista economico, anche professionale e sociale, con conseguenze per tutto il territorio. Parliamo di diverse migliaiabdi operatori a nero sconosciuti all’INPS, all’INAIL, all’Agenzia delle Entrate, alla Camera di commercio ed ai comuni, con molti milioni di euro che sfuggono alla tassazione.

Ma alla strategia della “politica del prezzo basso degli abusivi” Confartigianato oppone la responsabilità sociale, la collaborazione tra cliente e fornitore, le competenze e l’innovazione, assieme alla qualità artigianale del “Made in Italy”, fermamente convinta che tutto ciò sia un valore strategico nella quotidiana competizione, soprattutto in tempi di forti cambiamenti come questi.

Taranto soffre, troppo spesso, di difficoltà di dialogo e di uno scambio di informazioni poco tempestivo tra uffici, istituzioni, portatori di interessi collettivi, tra territori confinanti. Basterebbe una normale condivisione di informazioni, unire le forze progettuali e di intervento su segmenti e/o zone particolari in cui il fenomeno della concorrenza sleale è più concentrato per dare qualche risposta al mercato.

Per quanto ci riguarda, il problema dell’illegalità prescinde da qualsiasi possibile giustificazione. La concorrenza sleale, infatti, non solo nuoce ai nostri artigiani ma anche a quel sistema imprenditoriale che nel nostro territorio lavora con correttezza e nel rispetto delle norme. È interesse quindi non solo nostro, ma di tutti combattere chi si pone nel mercato in modo illegale e abusivo. Sono anni che Confartigianato, con cadenza quasi maniacale, lancia l’allarme riguardo i danni dell'abusivismo che imperversa in tantissimi settori, come ad esempio la moda, l’impiantistica, l’edilizia, l’autotrasporto, l’autoriparazione, l’alimentare, l'estetica e l'acconciatura, un fenomeno che cresce costantemente, e che in diversi settori letteralmente esonda con l’arrivo dell’estate. Ora, restando fermamente ossequiosi e rispettosi delle istituzioni, al netto del proficuo lavoro svolto da diverso tempo dalla Polizia Stradale nello scovare e chiudere officine di autoriparazione prive delle varie autorizzazioni e quindi abusive, negli altri settori purtroppo sembrerebbe non esserci alcun riscontro, che lascerebbe significare una carenza di attenzione sulla gravità del fenomeno. Come Confartigianato siamo invece assolutamente convinti che l'assenza di controlli adeguati, insieme ad una incredibile facilità nel poter offrire in modo sfacciato ed incontrollato prodotti e servizi tramite piattaforme online e passaparola, consente al mercato del sommerso di dilagare incontrastato, mettendo a rischio la sopravvivenza delle imprese regolari ed anche la salute dei cittadini. Con il paradosso che poi si finisce per controllare soltanto le imprese regolarmente iscritte alla Camera di commercio.

Questo indica una problematica che nella provincia ionica va ben oltre la semplice concorrenza sleale, ma coinvolge anche la sicurezza e la salute pubblica. Gestire un’impresa regolare richiede investimenti significativi in sicurezza, formazione continua, utilizzo di prodotti ed attrezzatura certificati, competenzebspecifiche e l’adeguato rispetto delle normative sanitarie.

Allora, giustamente il grido degli artigiani «se chiudiamo noi, chiude l'Italia», perchè sono delusi, si sentonobabbandonati, sono arrabbiati ma non rassegnati. Si chiedono giustamente: ma lo Stato che fa? Molti artigiani,bper resistere e sopravvivere, hanno addirittura preferito chiudere l’impresa e continuare in nero anche loro.

Quindi, care istituzioni pubbliche del territorio, costi quel che costi occorre necessariamente tutelare ebproteggere le diverse migliaia di piccole imprese che lavorano regolarmente, pagano le tasse e garantisconobcompetenza, sicurezza ed igiene ai propri clienti e cioè ai cittadini.

Confartigianato esprime ancora una volta la sua ferma posizione sulla questione, sottolineando come siabbingiusto e pericoloso che gli operatori regolari vengano penalizzati mentre chi lavora in nero prosperabindisturbato. È necessario un rafforzamento dei controlli, ma è altrettanto fondamentale aumentare la consapevolezza dei cittadini, a supporto dell’economia legale e il lavoro onesto.

Un paio di esempi del paradosso di cui parliamo:

- a partire dal 1° settembre 2025, entrerà in vigore un divieto per l’utilizzo di due sostanze chimiche contenute in fotoiniziatori e condizionanti per unghie nocivi per la salute (quello delle unghie è uno dei settori più impregnato dal sommerso..), quindi giustamente verranno approntati i controlli per gli istituti di estetica regolari, e le migliaia di provette abusive che girano nelle case, lidi etc chi li controlla?

- Ennesima estate rovente: scattata la corsa all’acquisto o sostituzione dei climatizzatori. Ormai si acquistano direttamente su internet o nei centri commerciali, però poi per l’installazione la legge impone di rivolgersi a ditta autorizzata. Macchè, centinaia di installatori si stanno lamentando di preventivi bocciati perché “c’è il tizio a nero che gli frega il lavoro installando addirittura a 75 euro (fuori da qualsiasi logica per chi fa regolarmente impresa”, senza ottemperare alle disposizioni fiscali, contributive, F-GAS etc. Mentre alle imprese regolari il sistema controlla anche i residui di gas impiegati nelle ricariche.

In ogni settore c’è sempre il furbo a nero che frega il lavoro alle imprese in regola. Capito come si sta distruggendo il mercato? E se non si inverte la direzione c’è il serio rischio che il sistema salti completamente. L'appello di Confartigianato è quindi duplice: da un lato chiedere un maggiore e tangibile impegno da parte delle istituzioni per intensificare i controlli, dall'altro sensibilizzare i cittadini a scegliere professionisti qualificati e operanti nel rispetto delle leggi. L’obiettivo finale è garantire non solo la protezione dei lavoratori onesti, ma anche la sicurezza e il benessere delle persone che si affidano ai servizi degli artigiani, quelli veri».